pensate che ne volesse una di trentacinque in quaranta anni. Egli tanto praticò che ebbe una fanciulla di dicesette anni, compressa, di pel rosso e di viso assai bella, ma tanto leggiadra e viva e sí baldanzosa, che non trovava luogo che la tenesse. Il che molto piaceva al dottore e si teneva per ben maritato, parendogli aver moglie che allegro lo terrebbe. Di vestimenti, d’anella, di carretta e donzelle la teneva molto ben in ordine, e davale tutta quella libertá che ella voleva pigliarsi. Ma la povera giovane era sempre raffreddata, perché la notte messer lo dottore la teneva molto mal coperta, ed anco di rado le faceva in letto compagnia. Era tra gli auditori suoi uno scolar lombardo, giovine nobile, il quale desiderava di riuscir eccellente negli studii de le leggi, e diligentemente a quegli giorno e notte, non perdendo tempo, attendeva, di modo che in tutto l’auditorio aveva nome d’esser il piú dotto e il piú acuto che ci fosse. Questi di rado abbandonava il dottore e, sempre a lato a quello, proponeva dei dubbii che aveva o su le udite lezioni o sovra alcun testo. Il dottore, veggendolo ingegnoso ed acuto e desideroso d’imparare, volentieri ascoltava e benignamente gli rispondeva, dichiarandogli i proposti articoli ed esortandolo a studiare, offerendosi da ogni tempo per udirlo ed insegnarli. Per questo andava spesso il giovine lombardo a trovar suo maestro a casa e facevasi chiarire quei dubbii che a la giornata gli occorrevano. Ma egli in questo mezzo entrò in un maggior dubbio che non era quello dei testi raccolti da Giustiniano o de le glose d’Accursio o di quanti mai ne mossero Baldo e Bartolo. E questo avvenne perciò che, praticando assai sovente in casa del dottore e veggendo la moglie di quello piú e piú volte, che molto gli piaceva, di sí fatta maniera di lei s’innamorò, che ordinariamente andava a casa del dottore piú per veder la moglie di quello che per imparar da lui. Nondimeno, essendo bramoso di pascer la vista con le bellezze de la donna amata, trovava ogni dí nuovi dubii, per aver occasione d’andar a trovare il dottore e veder quella che piú cara aveva e piú amava che le pupille de gli occhi suoi. Piaceva molto al dottore l’acutezza de l’ingegno e prontezza del suo discepolo, ed aveva di lui openione che riuscir devesse uno dei buoni dottori che ne lo studio fossero, e quando di lui parlava nei circoli degli scolari, meravigliosamente lo lodava. La donna, veggendo quasi ogni dí il giovine lombardo, avendolo piú volte udito commendare dal marito, e parendole che amorosamente fosse da lui, sí com’era, vagheggiata, e bello e costumato giudicandolo, perché Amore a nullo amato amar