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e non mancando a se stesso, in due o tre volte che le parlò, s’accorse molto bene che la donna non era per lasciarlo pregar invano. Onde, facendo de l’audace, dopo qualche amorosette parolucce e qualche atti assai domestici, egli le basciò il petto e tremando la pregò che ella avesse di lui pietá. La donna, non si mostrando per questo al pittore ritrosa, gli diede animo che egli devesse piú innanzi procedere. Il perché baciatala amorosamente in bocca, veggendo che ella rideva, lasciò stare il pennello con cui in tela la pingeva, e gettatala suso un lettuccio che quivi era, con un altro pennello che piú le piacque la improntò di maniera che in tutto il primo amante le cadde da cintola. Galeazzo, che a Padova attendeva il ritratto e non vedeva né lettere né pittura, se n’andò a Vinegia, e volendo secondo il consueto andar a nozze, trovò che il convito per altri era apparecchiato e che egli non poteva entrare. Né per quanto s’affaticasse, non puoté a la donna parlare giá mai; il che molto gli fu discaro come a colui che unicamente l’amava. Ed investigando se poteva intender la cagione di questo cosí subito mutamento, intese per buona via che il pittore era entrato in possesso dei beni de la donna; del che egli, morendo di gelosia, ne fu per impazzire. E ritrovando un dí il pittore, venne seco a le mani e gli diede due ferite su la testa e lo gettò in un canale, onde fu da Vinegia bandito. Per questo egli venne in Milano ove dimorò piú d’un anno, né perciò si sapeva scordare la sua donna. Ed ogni volta che questo caso narrava, ché spesso lo diceva ed anco con la lira lo cantava, si vedeva chiaramente che egli n’era fieramente appassionato, come colui che la donna amava di buon core e che piú che volentieri sarebbe ritornato in grazia seco. Io non so se mi dica male del pittore, che, essendosi Galeazzo di lui fidato, mai non gli deveva far questo tratto. De la donna so bene ciò che dire ne potrei, se io mi dilettassi di dir male de le donne; ma dirò che Galeazzo ebbe poco del prudente, perciò che nessuno fida il topo ne le branche del gatto.