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di molti ducati e anella di valuta. Onde ne l’imbrunir de la sera, senza che fosse conosciuto, se n’uscí di Pavia e andò verso Lodi, non si potendo cavar di fantasia l’amore che a la donna portava. E non si tenendo sicuro ne le terre del duca Filippo, se ne passò in Toscana; ove poi, presa moglie, attese con lei a vivere allegramente. Il che poteva egli comodamente fare, avendo, dei danari e gioie che da Pavia recati aveva, compro a Cortona, – ché egli era cortonese, – una possessione. Messer Bernardo fece purgar la casa, e, non ritrovando né ossa di donna né vestigio de la sua cassa ove teneva i danari, pensò che il tutto si fosse fuso in cenere; e molto gli doleva de la moglie, credendo che il trombetta l’avesse ancisa ed arsa. Venne il tempo di primavera, che Niccolò Piccinino, che aveva messo ad ordine i suoi soldati, deveva cavalcare ne la Marca d’Ancona. E non gli parendo di dever menar seco la sua <nowiki>Margarita, andava pur pensando che modo egli deveva tener a farla restituire al marito e dargli a credere che con nessuno ella si fosse giaciuta. E parlatone con lei e col maestro di stalla, tennero diversi propositi. A la fine disse la Margarita: – Signore, l’animo mio era mai non v’abbandonare, ma seguitarvi in ogni luogo. Ma poi che volete che io resti col marito, vi dirò ciò che ora mi sovviene per mia salvezza. Io ho in un monastero in questa cittá una mia zia badessa, che molto m’ama: se si trovasse modo che ella dicesse che il dí che io fuggii di casa andai a trovarla e che sempre seco m’ha tenuta, il tutto anderebbe bene. – Piacque questo a Niccolò Piccinino, onde mandò il maestro di stalla a parlar a la badessa; che seppe sí ben fare, che la badessa promise affaticarsi, con speranza che sua nipote sarebbe dal marito per bella e buona accettata. La notte seguente, secondo l’ordine ne de la badessa, fu Margarita menata al monastero. Era la badessa donna di quaranta anni, e di tre o quattro mesi innanzi questo s’aveva molto spesso fatto venire un prete a starsi seco la notte, e talvolta lo teneva dui o tre dí in camera; di che n’era un poco di scandalo fra le monache. Ella con questo mezzo de la Margarita pensò sodisfare a le monache ed a suo nipote messer Bernardo. E mandatolo a chiamare, ordí cosí bene la sua favola che a messer Bernardo fece credere che la moglie sempre era stata seco e che niente gli aveva voluto dire, perciò che aveva mandato a Roma per far dissolvere il matrimonio e far Margarita monaca, ma che non s’era potuto ottenere se egli non si contentava, e che contentandosi non poteva piú prender moglie. Poi gli fece un gran romore in capo de la mala compagnia che a la moglie