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donna buona compagnia. Sí che ella fu tutte quelle notti benissimo trattata con grandissimo suo piacere, non avendo mai simil diletto provato. Ora, essendosi a Milano Niccolò Piccinino spedito, se ne tornò a Pavia al suo solito albergo. Era sempre stato il detto capitano alieno da l’amore de le donne, onde il maestro di stalla deliberò dirgli il fatto come stava, a ciò che se da altri poi l’avesse saputo, egli seco non si fosse adirato. Andò adunque a trovarlo e il tutto che de la donna era seguíto gli raccontò. Niccolò Piccinino sentendo questa favola, disse al suo maestro di stalla: – Buon pro a te e al cancegliero! Io ti aveva fatto ritener la donna per farle far la pace col marito; ma l’essermi stato bisogno andar a Milano me la cavò di fantasia. Ora non so mò come si potrá comodamente fare, essendo oggimai otto dí che ella è ne le mani nostre. Come faremo noi? – Signore, – rispose il maestro di stalla, – ella non vuole a patto nessuno tornar col suo marito, sí perché è vecchio e le fa far digiuni che non sono in calendario, ed altresí perciò che dubita che poi il marito non l’ancidesse. Ella è forse de le belle giovani di questa cittá e la piú gentil figliuola del mondo, ed è un gran peccato che sia a le mani di questa bestia. – Niccolò Piccinino, sentendo tanto lodare la beltá e costumi di Margarita, – ché cosí aveva nome la donna, – la volle vedere e fece che con destro modo senza saputa dei ragazzi, Margarita gli fu in camera condotta. Come egli la vide, giudicò per certo che era bellissima e colma di molta grazia; onde sentí destarsi tal che dormiva e deliberò provare se era cosí dolce cosa il giacersi con una donna, come altri diceva. Volle adunque che ella seco nel letto entrasse. Il che fatto, ella, che sapeva costui esser il signore di tutti, si dispose, se con gli altri era stata buona mugnaia, con il capitano esser ottima e far una sí trita e perfetta macinatura, che Niccolò Piccinino non cercasse piú altro mugnaio che lei. Il macinare si fece di sorte che il buon capitano, che non era avvezzo a simil bocconi, non si poteva saziare di starsi seco. Egli fieramente di lei s’innamorò e volle che segretamente la donna fosse guardata, e ogni notte seco si giaceva; ed ella, che tanto tempo era stata a le mani del vecchio marito, si sforzava d’emendar tutti i danni passati. Messer Bernardo insieme col bargello usò diligenza assai per ritrovar il trombetta e non lasciò buco in Pavia che non ricercasse. Ma il povero uomo, che sapeva che il capitano gli voleva male, stette fin a la sera appiattato in quella casa guasta, che non era molto lontana da la porta di Pavia che va verso Lodi. Egli era vestito de le vesti di messer Bernardo ed aveva