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Ora, continuando egli la pratica di passarle spesso innanzi la casa, e il marito di lei non potendo sofferire questo fastidio, andò a dolersene al Piccinino, che alloggiava in cittadella. Udita che egli ebbe la querela, si fece chiamare il trombetta, ed agramente lo riprese, minacciandolo di peggio se altro piú ne sentiva; di che messer Bernardo rimase molto ben sodisfatto. Il trombetta, che si vedeva solo e straniero, e sapeva come in casi d’amore il Piccinino era severo e rigido, e dubitava di qualche scorno, deliberò entrar in casa di lei e levarnela e andarsene via. Ed avendo pensato molti modi ed uno preso per ispediente, veggendo una matina messer Bernardo andar in San Tomaso a messa, egli subito andò in piazza e, trovatovi assai carra di legna, ne comprò tre e quelle fece condurre a casa del geloso, ed avendo giá dato questo ordine con la donna, ella gli aprí la porta. Il trombetta volle che tutte le legna fossero riversate dinanzi la porta, di maniera che quasi tutto l’uscio restava coperto. Come il trombetta fu dentro, cosí cominciò amorosamente con la donna a prendersi piacere e da tre volte in su caricò l’orza. Poi, fattosi insegnare la cassa dei danari, quella ruppe e prese tutti quei danari che vi trovò, che era assai buona somma. Messer Bernardo, che mai non istava mezz’ora che a casa non venisse, udita che ebbe messa e fatti alcuni fatti suoi, mandò il servidore in certi servigi ed egli se ne venne a casa. Quivi giunto, trovò il villano che numerava i danari de le legna e diceva che gli mancavano quattro ambrosini, e gli domandò che legna erano quelle e perché l’aveva dinanzi a la porta sua scaricate. – Messere, – rispose il contadino, – io non so chi voi siate; ma il padrone di questa casa è entrato dentro, e m’ha fatto riversare qui le legna, ed io mi truovo mancare quattro ambrosini. – Qual padrone? – chiese messer Bernardo. – Io sono il padrone, e non altri. – Oh, questa sarebbe bella, ch’io avessi da un’ora in qua venduta la casa e nol sapessi! Leva via queste legna di qua e non mel far dire due volte. Che diavolo è questo? io voglio entrar in casa mia, se vuoi e se non vuoi. – Il villano non si moveva, e meno i suoi che avevano le legna condotte. Di che messer Bernardo entrò ne la maggior còlera del mondo e cominciò a gridare: – Guarda che si muovano questi asini gaglioffi! che vi vengano mille cacasangui! Fo voto a san Siro, se non levate subito queste legna, che io svenerò questi buoi! – Egli non aveva né spada né coltello a lato, e bravava di voler far gran cose. Ma per quanto gridasse, le legna non si movevano; di modo che, volendo egli dar un pugno a uno di quei villani, essi, che erano cinque,