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il santo tempio di Dio, sempre andò mancando de la solita sua grandezza, nè più fece impresa alcuna che fosse da esser agguagliata a tante sue imprese fatte per avanti, per le quali tanti trionfi meritati aveva? Ma dove mi lascio io trasportare? Voi non eravate già qui nè io venuto ci sono per pianger le rovine di Roma. Ma avendovi io promesso di narrarvi una novella, vi dico che in Roma, quando fu dagli imperiali presa ed andatoci a sacco ogni cosa, vi fu fatto prigione un marchiano da Esi, mio compatriota, detto per nome Ambrogio Nanni, uomo d’oneste ricchezze e lealissimo mercadante, a cui per la morte de la moglie erano restati dui figliuoli, un maschio ed una femina, nati in Roma. Erano tutti dui oltra ogni credenza bellissimi e tanto simili l’uno a l’altra e l’altra a l’uno, che vestiti tutti dui da uomo o da donna era molto difficile il conoscerli. Onde il padre istesso, che talora per trastullo gli faceva ora a un modo ed ora a un altro vestire, non gli sapeva conoscere. E per esser nati a un parto erano d’ugual grandezza. Avevagli Ambrogio fatto imparar lettere e sonare e cantare e tanto bene accostumare quanto l’età loro comportava. Quando Roma fu messa a sacco erano d’anni quindici o poco più. Fu il fanciullo, che Paolo si chiamava, fatto prigione da un tedesco, uomo prode de la persona e di molta stima appresso la sua nazione, il quale avendo fatto altri prigioni di gran prezzo e per il riscatto loro ritirata gran somma di danari, e trovandosi aver guadagnato oro, argento e molte pietre preziose di buona valuta e ricche vestimenta, si partì da Roma e se n’andò a Napoli, menando seco Paolo e da figliuolo trattandolo. A Napoli attese il tedesco a vender le vestimenta e la maggior parte degli argenti che guadagnati aveva, e il tutto rimesse in danari, lasciando le chiavi del tutto a Paolo. La fanciulla, il cui none era Nicuola, venne a le mani di dui fanti spagnuoli ed ebbe in questo favorevole la fortuna, chè, dicendo loro che era figliuola d’uomo ricco, fu tenuta onestamente, sperando i dui compagni trarne un gran profitto. Ambrogio col favore di certi napoletani amici suoi che erano ne le bande spagnuole si salvò, chè non fu fatto prigione ed ebbe modo di salvar i suoi danari ed argenti che in una sua stalla aveva sotterrati; ma il resto che in casa era fu tutto rubato. Cercando poi ciò che fosse dei figliuoli, trovò Nicuola la quale riscattò con cinquecento ducati d’oro; ma di Paolo, con quanta diligenza usasse, mai non ne puotè intender cosa alcuna, di modo che si trovava di pessima voglia, ed incomparabilmente più gli doleva la perdita d’esso Paolo che