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i casi nostri. – Andò la donna al castello del cugino, e così come egli detto aveva, con effetto fece, perchè, appostata al tempo del partorire una nutrice, sì ben seppe fare che egli levò il parto de la cugina senza aita di persona; ed avendo ella partorito una bellissima figliuola, come sua e d’una donna che diceva aver ingravidata, la diede ad esser allattata e nodrita e la fece battezzare. E sì bene andò la bisogna che nè uomo nè donna del mondo di cosa alcuna s’accorse. La vedova poi, mostrando alquanto esser stata indisposta, se ne tornò al suo castello. Fu nodrita la figliuola nasciuta e diligentemente allevata, la quale diveniva ogni dì più bella; ed avendo circa tre anni, la donna la prese in casa, dicendo che voleva allevarla per l’amor di Dio. Cresceva la fanciulla e mirabilmente ogni dì più bella si faceva, di modo che essendo di nove o dieci anni era tanto formosa ed aggraziata che la reina di Navarra, udita la fama de la bellezza di quella, la volle vedere e, trovatala molto più bella che non credeva, la domandò in dono a la gentildonna ed ebbela. La fece la reina star con le sue damigelle ed insegnarle lavorar quei lavori che le damigelle fanno. La fanciulla il tutto benissimo apparò e divenuta molto grande, avendo di già passati i quattordici anni, era tenuta la più leggiadra e formosa damigella che in tutto il reame di Navarra fosse. Il giovine figliuolo de la vedova e padre di questa damigella era continovamente stato in corte del re Lodovico, chè mai non era venuto a casa; onde volendo venir a veder la madre e riconoscer' 'le cose sue, con buona grazia del re se ne venne. Essendo stato otto o dieci dì con la madre, le disse una matina: – Madre mia, egli mi pare che il debito mio sia d’andar a far riverenza a madama la reina di Navarra nostra padrona. – Tu farai bene, figliuol mio, ad andarvi, – rispose la madre. – Raccomandami bene a la sua buona grazia. – Andò il gentiluomo, che già era vicino ai trent’anni, e fece riverenza a la reina, da la quale fu graziosamente accolto. Essendo tutto il dì in corte e praticando con le damigelle, s’innamorò molto fieramente di sua figliuola e cominciò assiduamente a farle la corte e servirla. La reina, che cordialmente amava la damigella, n’aveva piacere, parendole se il gentiluomo l’avesse pigliata per moglie, che sarebbe stata bene ed onoratamente maritata. Ora la cosa andò tanto innanzi che con buona grazia de la reina il giovine senza saper altro sposò la propria figliuola e consumò seco l’atto matrimoniale, e poi a la madre ne diede avviso, come per compiacer a la reina aveva sposata la tal damigella. La povera donna, sentendo questa orribil nuova, tutta stordì e gravissimamente