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sue passioni meglio che uomo del mondo: era poi quello che sopportava pazientemente tutte le fatiche corporali. Di modo che essendosi acconcio per consegliero col cardinale Eboracense, prelato di grandissima autorità, in poco tempo appo quello crebbe in ottima riputazione e da lui era molto adoperato in tutti i maneggi. Era alora il cardinale in grandissimo credito appo il re inglese a governava tutta l’isola, tenendo una corte così grande e di tanta nobiltà che sarebbe bastato a un potentissimo prencipe. Onde avvenne che il cardinale mandò più volte il Cremonello a parlar al re di affari di grandissima importanza, e sempre il Cremonello fece sì bene l’ufficio suo e sì seppesi adattare ne la domestichezza del re, che egli cominciò a fargli buon viso, parendogli che fosse uomo da governar ogni grandissimo maneggio. Aveva alora il re col conseglio del cardinale repudiata Caterina sua moglie, figliuola di Ferrando catolico re de le Spagne e sorella de la madre di Carlo d’Austria imperador romano, con speranza che il papa devesse confermar il libello del dato repudio e separar il matrimonio loro, per quelle ragioni che il re al detto repudio pretendeva. Ma il papa, non ritrovando il repudio giuridicamente fatto, non lo volle confermare; il perchè il cardinale Eboracense venne in disgrazia del re e fu licenziato da la corte. Partito che fu di corte, il cardinale diminuì la sua famiglia, tenendo picciolo numero di gente appo sè, ed ogni dì più si alleggeriva di servidori. Il re, ricordatosi del Cremonello che già tanto gli sodisfaceva, lo fece domandare e gli disse: – Cremonello, come tu vedi, il cardinale s’è ritirato e non ha più bisogno di tanti servidori come teneva quando maneggiava le cose del mio regno, e tu ora sei scioperato, non avendo che negoziar per lui. Mi vuoi tu servire? – Signore, – rispose egli, – io ho servito il cardinale sempre fedelissimamente ed il medesimo farò anco voi, se degnate volervi servir di me. – Or sta bene,– disse il re, – così vo’ che tu faccia, perciò che tale è la speranza che ho dei fatti tuoi. – Con questo il re lo fece suo principal segretario, prevalendosi di lui nei più importanti bisogni che occorrevano, nei quali egli sì bene si diportò che il re gli diede in guardia il suo suggello privato, di maniera che pochi nel regno erano che appo il re quello potessero che poteva il Cremonello, perchè al parer del re egli valeva tutti quelli che in corte erano. Ora perciò che non pareva a quella ceca de la Fortuna aver fatto assai d’aver levato dal basso de la terra il Cremonello e levatolo in alto a tanta grandezza, volle anco alzarlo molto più