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fine cortesie a ciascuna persona. E tra l’altre cose, non si sa egli che la casa vostra fu publico ricetto di chiunque per Modena passava, o fosse d’Italia od oltramontano? Ma chi tacerà le generose e liberali accoglienze che ella fece a Giovanni de’ Medici cardinale, che poi fu Leone decimo, quando egli fuggì di prigione, essendo stato preso a la rotta memorabile di Ravenna e ritornando a Roma? Capitò il cardinale senza servidori a senza comodità alcuna a Modena, e conoscendo la cortesia e liberalità di vostra madre, se ne venne di primo volo a casa vostra, ove fu con sì benigne accoglienze raccolto che vostra madre lo rimise in arnese del tutto, vestendolo onoratamente da cardinale, dandogli danari, cavalcature, muli ed una credenza di vasi d’argento molto ricca e bella. Essendovi di quelli i quali di queste sue smisurate cortesie la riprendevano, dicendole che mettesse mente che ella era carca di figliuoli, avendo otto maschi e due femine, e che deveva moltiplicar loro il patrimonio e non così prodigamente buttarlo via; ella prudentemente rispondeva loro che non voleva in modo alcuno mancar d’esser cortese e liberale ove poteva, perciò che sperava in Dio che un dì solo una de le sue cortesie produrrebbe tal frutto che ristorarebbe tutte l’altre, e tutto quello che si donava era un perfetto acquisto, accumulando tutto il dì amici ai suoi figliuoli. E così sempre perseverò di bene in meglio. Onde si può dire che ella fu profetessa, perciò che Giovanni de Medici cardinale, come fu fatto papa, ricordevole dei beneficii ricevuti, la mandò a pigliare ed onoratamente a Roma la fece condurre, ove le diede di continovo una onesta pensione, le fece un figliuolo cardinale de la Santa Chiesa con grossa rendita, e diede onorati titoli ne la milizia al conte Guido, ricca e nobilissima moglie al conte Annibale ed il capitanato de la guardia de la sua persona, e molti altri beneficii e grazie a casa vostra. Le cui vestigie imitando, Clemente settimo, che anch’egli era da lei stato raccolto e nei bisogni aiutato, attese sempre a la grandezza di casa Rangona. Ora ragionandosi a la presenza di vostra sorella la signora Gostanza Fregosa, qui in Bassens, de le cortesie che vostra madre usava, vi si ritrovò Giovanni di Nello fiorentino che era lungo tempo praticato ne l’isola de l’Inghilterra, il quale a simil proposito narrò una istoria che assai agli ascoltanti dilettò. Parendomi che meritasse d’esser annoverata con l’altre mie, poi che io l’ebbi scritta, le posi il nome vostro per scudo. E così a voi la mando a dono. State sano.