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a Grassa e quivi fosse come meritava decapitato e poi messo in quattro parti su le publiche forche per èsca ai corbi; il che severamente fu essequito. Fecero poi i senatori per sergenti publici citar madama di Cabrio, e datole conveniente termine a comparire, veggendo quella esser fuggita e non voler ubidire, quella come contumace, gridando contra i contumaci tutte le ragioni, condannoro che devesse giustiziarsi, sempre che venisse in poter de la giustizia, de la maniera che il suo adultero era stato punito. Ora non comparendo, la fecero in figura, come in questo regno si costuma, squartare, tagliatole prima la testa; e così in Grassa su la piazza in una tavoletta si vede dipinta. Ella di tutti questi successi avvertita ed in Poggetto non si tenendo ben sicura, deliberò di quivi partirsi ed andarne altrove. E preso in sua compagnia uno Giacomo Pagliero, perciò che tutti i servidori e donne s’erano da lei partiti, con i danari e robe sue se n’andò a la volta di Genova. E nel camino, per non dormir sola, si teneva Giacomo seco: a tal era ridutta la sfortunata donna, che amaramente piangeva i suoi misfatti, tardi pentita, quanto al mondo, di tante sue sceleraggini quante commesse ella aveva. Pervenne ultimamente a Genova, ove con il Pagliero alcuni giorni se ne stette. Ora, o che ella per essere alquanto attempata non sodisfacesse al Pagliero che era giovine, o pur che egli si movesse per la ingordigia de le robe e danari de la donna, com’è credibile, un giorno che ella non era in casa, egli presi i danari e le robe si partì, nè ancor si sa dove se n’andasse. La misera donna, ritornata a casa ed accortasi che il tutto le era stato rubato, amaramente pianse le sue sciagure senza sapere nè poter ricever consolazione alcuna. E rimasa povera d’ogni cosa, non le essendo stato lasciato sustanza di questo mondo se non quanto indosso aveva, non avendo modo di altrimenti procacciarsi il vivere, s’acconciò per servente in Genova con una gentildonna, e ancora ci è. Di modo che ella, che nata era nobilmente e allevata e nodrita con delicatezze ed usa a comandare ed esser servita, adesso ubidisce e serve altrui. E a questa misera vita ella per se stessa s’è condutta per voler adempire tutti i suoi disonesti appetiti. A la quale certamente si deverebbe aver compassione, se ella nel marito e nei figliuoli e in tanti altri, come una Medea o Progne, fieramente non incrudeliva.


Il Bandello a l’