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che di brigata eravate con noi, mi diceste che in vero questa novella era ben degna d’esser messa al numero de le mie, e che per ogni modo io la devessi scrivere, il che vi promisi di fare; e così la descrissi del modo che era stata narrata. Pensando poi a cui donar la devessi, determinai tra me che poi che voi indutto m’avete a scriverla, che meritevolmente sia vostra. Onde al nome vostro quella ho intitolata, e ve la dono non già per appagare in parte alcuna tanti piaceri da casa vostra, la vostra mercè, ricevuti, ma per mostrar almeno la gratitudine de l’animo mio che sempre è ricordevole di voi e si confessa debitore. E chi non sa oggimai che essendo, madama e tutti noi altri, stranieri e venuti d’Italia, sempre siamo stati da voi troppo amichevolmente veduti ed accarezzati, come se del sangue vostro fossimo nati? Certamente le cortesie vostre sono state tante a tali verso noi che non hanno bisogno d’esser raccontate, essendo a tutti note. Pigliarete adunque questo picciolo dono con quella grandezza de l’animo vostro che a tutti vi rende amabile e grata, e che voi altrui sì cortesemente e liberamente il vostro donate. E feliciti il nostro signor Iddio ogni vostro pensiero. State sana.

Infortunato ed infausto amore di madama di Cabrio provenzale con un suo procuratore e morte di molti.


Io vi narrerò, madama eccellentissima, il caso di cui v’ha parlato il messo, che a Grassa è occorso, nè più nè meno come mio fratello me l’ha detto, il quale, per esser Grassa vicina a Nizza, suole assai spesso quivi praticare ed averci molta domestichezza, e conosce molti di quelli che ne l’istoria sono intervenuti, familiarmente. Grassa, come potete aver inteso, è città non troppo grande, ma di sito dilettevole assai, perchè è posta parte in piano e parte in colle piacevole e fruttifero, con freschissimi e lucidi fonti per entro in diversi luoghi e con belli ed amenissimi giardini di naranci, cedri, limoni e d’ogni altra sorte di frutti, quanto altra che in Provenza sia. Il vivere è molto domestico, con conversazione continova allegra. È nel contado di Grassa un castello lontano da la città circa duo miglia, che si chiama Cabrio, nel signor del quale era maritata una gentildonna del paese che fu sorella di monsignor di Calliam e di Mas. Questa, essendo stata lungo tempo col marito,