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casa udito la strana forma e l’animo di quei demonii. Quelli poi che con la donna erano accordati dicevano le maggiori filostocche e più meravigliose e stupende cose del mondo, aggiungendo tuttavia a ciò che veduto avevano. Si cominciò di questi spiriti a buccinare qualche cosa per Milano, perciò che tutta la famiglia di Ferrando non sapeva parlar d’altro che del gran romore ed urlare che quella notte s’era sentito. Ora, dopo desinare, essendo molti signori e gentiluomini in casa di Ferrando, e Vittore essendovi di compagnia, variamente di questo fatto si ragionava, parendo a tutti gran miracolo che ciascuno avesse sentiti quegli spiriti, eccetto la donna e le sue damigelle. E chi diceva una cosa e chi un’altra. Erano alcuni che affermavano questo poter avvenire perciò che quelli che avevano veduto e sentito le meraviglie non devevano esser cresimati. La donna se ne rideva, dicendo che tutti quelli, che si pensavano aver veduto e sentito questi miracoli, avevano la sera innanzi preso carta sovra trentuno e fatto sdraizza assai più del devere. Vittore affermava sè non credere queste visioni e che in vita sua mai non aveva veduto nè sentito cosa alcuna. Alcuni altri dicevano che non deveva esser meraviglia se in quel palazzo si sentiva cosa alcuna, perchè infiniti uomini colà dentro, nel tempo del signor Barnabò Vesconte, che fu crudelissimo signore, furono strangolati e con fierissimi tormenti fatti morire. Così ciascuno ne diceva il suo parere. Insomma tutt’era niente a par del timore che Ferrando aveva, il quale disse a la dona: – Moglie mia, egli sarà ben fatto che facciamo porre dentro la nostra camera quattro o cinque letti, e che vi dormano tutte le tue donne e in due degli altri letti il maestro di casa con tre dei miei uomini per sicurezza mia. – Cotesto non voglio io, – disse la donna, – che altri uomini che tu dormino ove io ho il mio letto, perciò che prima non mi piace questo mescuglio d’uomini e donne; dapoi, avvenendo che voi altri sentiate romore alcuno che io non intendo come si sia, voi non mi lasciarete dormire. Ed anco, marito mio, io ti dico che se queste baie durassero, io vorrei che tu facessi una de le due: o che non ti movessi fuor del tuo letto per venirmi a destare, o vero che tu metta il tuo letto in un’altra camera. – Ora su queste tenzioni s’accordorono che per la seguente notte attenderebbero per veder ciò che seguisse, non facendo altra mutazione di letti. Nonostante questo, mandarono a pigliare il padre frate Vincenzo Spanzotto al convento de le Grazie, degli osservanti di san Domenico; e fecero che egli con l’acqua santa visitò tutta la casa e la benedì con salmi e altre orazioni, spruzzando il tutto con