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le radici del core miseramente le rodevano. Ma che! ella, vinta da acerbità de la penace e assidua passione che requie alcuna le concedeva già mai, deliberò tra sè‚ se bene fosse stata sicura di morire, di far per ogni modo che il marito morisse. Così fermatasi in questo proponimento ed altro tutto il dì non facendo che farneticare e chimerizzare come si potesse contra il re vendicare, non sapeva imaginarsi modo che le sodisfacesse. E mentre che d’uno in altro pensiero tutto ’l dì con mille ghiribizzi e castella ne l’aria si raggirava, non si smovendo mai dal suo fiero proposito, avvenne che la fortuna le mise innanzi agli occhi il modo che molto a proposito le parve e sicuro per essequire l’intento suo e far al re ciò che egli a Comondo fatto aveva. Era tra i cortegiani d’Alboino un giovine longobardo, figliuolo de la donna che lattato esso re aveva e nodrito, e ne le battaglie dava l’elmo al re, il quale Elmige da alcuni si chiama ed altri Almachilde lo dicono. Ed ancora che fosse giovine, era nondimeno molto stimato, avendo sempre dimostro ingegno e valore. Con questo tanto seppe la reina operare e sì lo persuase, che egli consentì ne la morte d’Alboino suo re. Ma perchè dubitava che solo non potrebbe a tanta e sì perigliosa impresa dar fine, essortò la reina che inducesse Perideo, uomo di tutti i longobardi fortissimo, che a cotal effetto volesse per compagno ritrovarsi. Ma non volendo Perideo a tanta sceleraggine acconsentire, e dubitando Rosimonda che egli il tradimento non discoprisse, sapendo che con la donna che le vestimenta sue governava spesso si giaceva, la indusse che per la vegnente notte desse l’ordine a Perideo di giacersi seco. La reina in luogo de la sua donna con Perideo si giacque. Dopo il commesso adulterio Rosimonda a l’adultero si diede a conoscere, e a lui, che spaventato era, rivolta disse: – Tu vedi, Perideo, ciò che contra l’onore d’Alboino hai commesso, e che pena ti si deve. Perciò disponti o d’ammazzar lui o vero esser da lui crudelmente anciso. – Perideo, conosciuto l’inganno, ciò che volontariamente non aveva voluto promettere, sforzato da la paura promise. Non contenta adunque la reina d’ammazzar il marito, prima che morir lo facesse, volle mandarlo in Cornovaglia. Soleva Alboino da merigge corcarsi in letto e dormire. Il che un giorno facendo, comandò Rosimonda che ciascuno si ritirasse e non si facesse in palagio strepito, perchè il re si sentiva indisposto e voleva riposare. Levò destramente fuor de la camera tutte l’armi del re, eccetto la spada, la quale, a ciò che il marito non se ne potesse prevalere, strettamente con il fodro collegò e al capo del letto lasciò. Poi