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e gran contestabile del reame de la Sicilia
Se fin ora ho tardato a mandarvi la novella o vero istoria che a Milano, in casa del signor vostro cognato, il gentile signor Alfonso Vesconte, cavaliere splendidissimo, vi narrò monsignor Lodovico Landreano preposito di Vicoboldone, iscusimi appo voi che il giorno che tanto umanamente me la richiedeste, da’ miei superiori imposto mi fu che il dì seguente mi partissi da Milano e mi trasferissi in Monferrato per alcuni affari di non picciolo momento, ove, come avete visto, m’è convenuto circa tre settimane soggiornare. Ora che, dato buon fine a quanto ho negoziato, ritornato sono, e che tuttavia mi sovviene del vostro comandamento, perciò che le preghiere vostre e cenni voglio io che sempre a me siano in luogo di precetti, messo da banda ogn’altra cosa, presa ho la penna in mano e la raccontata novella ho, a la meglio che m’è stato possibile, scritta. La quale a questa mia allegata vi mando e voglio che al nome vostro resti scritta, a ciò che appo quelli che dopo noi verranno, se tanto gli scritti miei si terran vivi, sia testimonio de la cortese vostra benevoglienza verso di me e de la osservanza mia verso voi. State sano.
La bellissima e veneranda antica scrittura in autentica forma compilata che qui ha il signor Gian Lodovico di Cortemaggiore, marchese Pallavicino, fatta leggere, ove chiaramente si comprende la sua nobilissima schiatta dei marchesi Pallavicini esser dai longobardi discesa –' 'che non solamente in Lombardia le più onorate famiglie hanno generate, come sono i nostri Vesconti, noi Landriani, Vicedomini, Valvassori, Cattanii e altre assai, e in Toscana i marchesi Malaspini, e in Friuli i Savorgnani e medesimamente i conti da Canossa, dei quali fu la gloriosa contessa Matelda, in