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ci fosse, e fu dal re Carlo veduto più volte far opera di fortissimo e prudente soldato, di modo che fu cagione che, rinovato l’assalto, Roano si prese. Avuto che si fu Roano, il re si fece chiamar messer Filiberto e volle saper chi fosse, per dargli convenevole guiderdone del suo valore. Ed inteso che era dei signori di Virle in Piemonte, e che era poco tempo innanzi restato mutolo non si sapendo in che modo, lo ritenne per gentiluomo de la sua camera con la solita pensione, e gli fece pagare alora duo mila franchi, essortandolo a servire come aveva cominciato e promettendogli far ogni cosa per farlo guarire. Egli con cenni umilissimamente ringraziò del tutto il re e, alzata la mano, accennò che egli non mancheria di servire fedelmente. Occorse un dì che, al passare di certo ponte, s’attaccò una grossa scaramuccia tra i francesi e nemici; e dandosi con le trombe – A l’arme! a l’arme – e tuttavia il rumore tra i soldati crescendo, il re per far animo ai suoi v’andò. Guidava Talabotto, capitano degli inglesi, i suoi, ed egli in persona era sovra il ponte e quasi tutto l’aveva preso. Il re animava i suoi e mandava questi e quelli in soccorso, quando ci sopravvenne il prode e valoroso messer Filiberto armato suso un bravo corsiero. Egli a prima giunta con la lancia in resta animosamente investì Talabotto, e lui e il cavallo riversò per terra. Presa poi una forte e poderosa mazza in mano, si cacciò tra gli inglesi e, fieramente percotendo questi e quelli, mai non dava colpo in fallo e ad ogni bòtta o gettava per terra od ammazzava uno inglese, di modo che i nemici furono sforzati d’abbandonar il ponte e senza ordine fuggirsene. Talabotto, aitato dai suoi a montar a cavallo, ebbe carestia di terreno. Questa vittoria fu cagione che quasi tutta la Normandia venne in potere del re Carlo; onde, veggendo il buon re di quanto giovamento gli era stato messer Filiberto, molto onoratamente a la presenza di tutti i baroni di corte lo lodò e gli donò alcune castella con la condutta di cento uomini d’arme, e gli accrebbe grossamente la provigione, facendogli ogni giorno maggiori carezze. Finita questa guerra, il re in Roano ordinò una solenne giostra, ove intervennero tutti i valenti e primi di Francia, de la quale messer Filiberto n’ebbe l’onore. Il re, che molto l’amava e desiderava sommamente che egli guarisse per aver a ragionar seco; fece bandire per tutte le sue provincie come egli aveva un gentiluomo che era diventato mutolo in una notte, e che se v’era nessuno che lo volesse sanare, che averebbe subito dieci mila franchi. Il bando si pubblicò per tutta la Francia e anco pervenne in Italia. Onde molti così oltramontani