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il che essendomi riferito, conobbi che egli di gran lunga s’ingannava e che male aveva studiato. Onde mi diedi a voltare e legger le vere croniche, ne le quali tutte le disputazioni già fatte in qual si voglia materia sono registrate, e tanto voltai e lessi che trovai quando Scotto disputò con san Tomaso. Lessi il tutto con sommissima diligenza a parola per parola, e trovai tutto il contrario di ciò che il zoccolante v’ha predicato. Chè in vero pur assai mi meraviglio come egli abbia avuto ardire di predicar sì manifesta bugia in questa vostra magnifica città; ed a ciò che voi sappiate come fu fatto quel conflitto disputatorio, ascoltatemi, chè io precisamente vi dirò il tutto. Devete adunque sapere, faenzini miei, che essendo congregati i frati minori e i nostri ai capitoli generali a Roma, e disputando a la presenza del sommo pontefice e cardinali Scotto e san Tomaso, che Scotto a le ragioni e autorità de la sacra Scrittura, a le determinazioni dei concilii generali ed a l’autorità di tanti solenni e santi dottori che san Tomaso gli allegò, non seppe mai risponder cosa che volesse. E poi che Scotto confuso si taceva, volle il papa che altri frati minori si facessero innanzi. Ma chi sarebbe stato oso, ove Scotto non era bastante a rispondere, di farsi innanzi? Il perchè, il papa fece loro intendere che, al primo concistoro che faria, voleva publicar una bolla in favore de l’ordine predicatore. Non potendo i minori comportar questo, fecero circa trecento d’essi una congiura d’ammazzar il papa, il quale non istava con tanta guardia come oggidì si fa. Entrarono per questo una notte con silenzio in palazzo, e giunsero alla camera papale senza esser sentiti. E volendo con suoi contrafatti ferri aprir l’uscio, furono sentiti, e cominciarono i camerieri a gridare: – Ladri, ladri! arme, arme! – Il papa per l’uscio di dietro si salvò in castello. Corsero molti al romore, così soldati come altri, di modo che quei frati quasi tutti furono presi e confessarono che quivi erano iti per ammazzare il papa, onde furono sentenziati a le forche. Fu molto supplicato al papa che non volesse far quella vergogna a tanto ordine; il perchè, mosso a pietà, se gli fece venire tutti innanzi e disse loro: – Io vi dono la vita, ma voglio che portiate cinta una fune, a ciò che cascando più in simile misfatto non bisogni cercare corde per impiccarvi. Non toccherete più danari, a ciò non possiate corrompere persona, chè mi pare impossibile che non abbiate corrotto alcuni de’ miei. Porterete anco i zoccoli del legno, a ciò siate sentiti quando andate a torno, – chè, faenzini miei, devete sapere che il padre san Francesco non comanda ne la sua regola che non tocchino danari, e meno che