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del tutto avvisò la sua Laura, pregandola che di lui si ricordasse e stesse salda in amarlo, perchè in breve torneria e farebbe tanto che il padre gliela darebbe per moglie. Messo adunque ad ordine di quanto bisognava, onoratamente accompagnato si partì il giovine da Milano e s’inviò verso Roma. Come egli fu partito, mandò madonna Francesca a chiamar messer Ambrogio e volle saper da lui a che termine si trovava per maritar la figliuola. – Tre partiti, – rispose egli, – ho io, madonna, per le mani, i quali tutti tre sono al grado mio convenienti e quasi ugualmente mi piaceno. Ma poi che voi, la mercè vostra, degnate accomodarmi del denaro, io mi delibero elegger quello per genero che più a voi parrà al proposito. – E detti i nomi e i cognomi di tutti tre e le facultà che avevano, dopo molte parole convennero in un di loro; onde madonna Francesca, secondo la promessa fatta prestando i mille ducati al buon messer Ambrogio, fu cagione che egli in dui o tre giorni conchiuse il matrimonio de la figliuola, e fu fatto lo sponsalizio e le nozze. Indi a poco tempo lo sposo, che stava ne la contrada dei Biglia, menò la sposa a casa sua. Prima che Gian Battista si partisse, come già v’ho detto, scrisse più volte a Laura e con le lagrime sugli occhi passando dinanzi a la casa di lei le fece riverenza, quasi da lei che a la finestra era prendendo congedo. Aveva poi lasciato un suo servidore consapevole di questo suo amore, che fosse diligente in spiare ed intender tutto ciò che Laura faceva. Andò Gian Battista a Roma e ne l’andare vide di belle città e donne. A Roma poi ne vide pur assai ma nessuna mai ne vide che gli paresse sì bella come Laura. La madre di lui, come vide fatte le nozze di Laura, subito scrisse al figliuolo che ritornasse, il quale non aspettate le seconde lettere a buone giornate tornò a casa. Come fu smontato, abbracciata la madre, si ridusse a la camera a cavarsi i panni cavalcareschi e vestirsi; e domandò al servidore che era di Laura. – Male, – rispose egli, – perchè è maritata nel tale e le nozze son fatte. – Credette Gian Battista a questa nuova morire. Pur fatto buon animo, montò a cavallo a andò a trovar Laura, e la ritrovò che era in porta con una parente di suo marito.' 'Come la vide, subito la conobbe, ma si meravigliò forte che la vide con un occhio accecato. E giunto dove era, la salutò ed ella gli disse che fosse il ben ritornato. Egli si rallegrò seco che fosse maritata, mostrando allegrezza dei piaceri di lei; poi gli disse che si condoleva de la disgrazia che l’era accaduta. – E qual disgrazia? – disse ella. – La disgrazia de l’occhio – soggiunse egli – che io vi veggio aver perduto. – La giovane, che era accorta, alor gli disse: – Ed