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ciò che da tutti in testimonio de l’amicizia che è tra noi sia veduta e letta, non avendo io altro da lasciar al mondo che de la nostra cambievole benevoglienza faccia fede. State sano.

Bellissima vendetta fatta dagli eliensi contra Aristotimo crudelissimo tiranno e la morte di quello, con altri accidenti.


La crudeltà del perfidissimo Ecelino m’ha ridutto a memoria una istoria non meno memorabile che pietosa, la quale l’anno dopo la giornata di Giaradadda' 'io lessi in casa del dotto ed integerrimo uomo messer Giacomo Antiquario. Aveva poco innanzi il gentilissimo e di tutte le lingue benemerito messer Aldo Manuzio donato ad esso Antiquario alcuni libri di Plutarco cheroneo non ancora tradotti ne la lingua romana, come ora molti e in latino e in volgare tradotti dal greco si leggono. Lessi adunque in detto libro greco, – in quello, dico, ove Plutarco parla di molte chiare ed eccellenti donne, – l’istoria che ora intendo narrarvi. Fu Aristotimo di natura sua uomo fero ed immanissimo, il quale col favore del re Antigono si fece tiranno degli eliensi nel Peloponesso, che oggi Morea si chiama, regione de l’Acaia. Egli, occupato il dominio de la sua patria, come tiranno tutto il dì usando male la sua potenzia, con nuove ingiurie vessava ed affligeva i miseri cittadini e tutto il suo popolo. Il che non tanto gli avveniva perchè di natura egli fosse crudele e feroce, quanto che aveva per suoi conseglieri uomini barbari e viziosi, ai quali tutta l’amministrazione del regno e la guardia de la sua persona aveva commesso. Ma tra tante sue sceleratezze iniquamente da lui commesse, che furono innoverabili, una da lui fatta contra Filodemo, che fu quella che poi gli levò il regno e la vita, è singolarmente commemorata. Aveva Filodemo una sua figliuola chiamata Micca, che non solamente per i castigatissimi costumi che in lei vertuosamente fiorivano, ma anco per l’estrema bellezza che in lei bellissima si vedeva, era appo tutta la città in grandissima ammirazione. Di costei era fieramente innamorato un certo Lucio, soldato di quelli che sempre stanno a la custodia del corpo del tiranno, se amore il suo merita esser nomato e non più tosto, come la fine dimostrò, una sporca, immane e ferina libidine deve dirsi. Era Lucio ad Aristotimo per la simiglianza dei pessimi costumi molto caro, e comandava a questi e a quelli tutto ciò che a lui aggradiva. Il perchè mandò uno dei satelliti o siano sergenti