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egli seppe tanto cicalare e prometter a la zia di non giocar più, che la buona femina gli diede una decina di ducati. Ma sì tosto egli non gli ebbe in mano che tutti se gli giocò e, come tanti altri, andarono in Persia. Questo come la zia intese, totalmente tra sè determinò, e glielo fece intendere, che più da lei non isperasse d’aver un danaro. Andava nondimeno Pietro spesso a visitarla con speme pure di cavarne alcuna cosa, e fingeva sempre che ci fossero mille bisogni per la casa; ma egli cantava a’ sordi e seminava in arena, perchè la zia s’aveva fitto in capo di non voler più dargli danari poi che egli dal gioco non si voleva astenere, anzi sì avvezzo ci era che averia giocato la parte sua del sole. Ora veggendo egli che indarno s’affaticava, nè sapendo che altro modo usare per aver danari, si trovava molto di mala voglia nè sapeva ove dar del capo, parendogli che, essendo vivo e non giocando, egli fosse assai peggio che morto. Così tutto di mala voglia, mille tra sè pensieri facendo e nessuno trovandone che gli recasse profitto per poter ricuperar danari e giocare, viveva in pessima contentezza nè sapeva che farsi. Ora vedete, signori miei, ciò che fa questo malvagio giuoco e dove conduce assai volte i suoi seguaci, e a che strabocchevole ed enorme misfatto si reca l’uomo per l’ingordigia e disordinato appetito, o bene o male che sia, per poter aver danari da mantenersi sul giuoco. Poi che Pietro non si seppe risolvere a via veruna che atta fosse a fargli imborsare argento, a la fine accecato dal disordinatissimo suo desiderio e perversa voluntà, gli cadde ne l’animo che saria ben fatto, avvenissene ciò che si volesse, d’ancidere questa sua zia e rubarle tutti i danari ed altri ori ed argenti che ella aveva. Nè solo deliberò svenar lei, ma ammazzare anco tutti quelli di casa. Fatta questa malvagia deliberazione, e parendogli non poter commodamente per sè solo essequire cotal sceleratezza, scoperse l’animo suo a Giovan Nasone, uomo di malissima vita e villano di quelli de la villa de le Gambarare, ove assai ce ne sono che per ogni minimo prezzo gli par di trionfare ad assassinare, spogliare e strozzare uomini, chè tal è la fama loro. Il Nasone non si fece troppo pregare, e tanto meno i preghi furono di bisogno, quanto che Pietro gli offerse di donar per cotesta opera cento ducati d’oro. E messo ordine a quanto fare intendevano, fece Pietro far dui gran coltelli e di modo aguzzare che radevano, dei quali uno ne diede al Nasone e l’altro ritenne per sè. Pietro era molto pratico ne la casa de la zia, perchè spesso v’andava, e ancora che ella più non gli volesse dar danari, nondimeno egli frequentava tuttavia l’andarla