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al desinare; e trovatala così lagrimosa e malinconica, le domandarono la cagione di tante sue lagrime e rammarichi che faceva. Ella alora più dirottamente piangendo, cessate alquanto le lagrime e raffrenati i singhiozzi che il parlare le impedivano, rispose che non senza cagione si ritrovava disperata, perchè le avevano dato in vece di marito un carnefice che l’aveva voluta svenare e uccidere. Rimasero quelle donne quasi stordite, e consolandola la ricercavano che narrasse loro il modo col quale il marito svenar la voleva. Alora ella disse che il marito aveva un «cotale» lungo, grosso e duro, e che non tentava altro se non di cacciargliene nel ventre, ma che ella s’era gagliardamente diffesa, e che erano stati a le mani più di due ore grosse, e che l’aveva date punture molto terribili, e che in effetto, se non fosse stata la gran resistenza che fatta aveva, ella senza dubio ne rimaneva morta. Risero tra sè pur assai le donne de la sciocchezza de la sposa, e ci furono di quelle a cui le veniva la saliva in bocca e averebbero voluto esser state in quella scaramuccia, stimando una eccellente e gran vittoria l’esser state vinte e soggiogate. Ora, veggendo Isabetta le donne ridere di quello che ella stimava un’estrema sciagura, ed imaginando che quelle credessero che ella la verità non narrasse, con giuramento affermava la cosa esser precisamente passata come loro narrata aveva. Cominciarono le donne a consolarla e con amorevoli parole ad essortarla che non si sgomentasse di cosa che il marito le facesse, assicurandola che egli non le farebbe veruno male e che a la fine se ne troveria assai più che contenta. Ma elle cantavano a’ sordi. Ella non la voleva a patto nessuno intendere. Il che veggendo una baldanzosa più de l’altre, e burlandosi de la sciocchezza de la sempliciotta giovane, le disse beffandosi: – Se io fossi ne la tua pelle, come egli assalisse con quel suo spuntone io subito glielo tagliarei via. – La donna disse le parole di gabbo e mezza in còlera, veggendo tanta melensaggine in una giovane; ma la sposa le prese dal meglior senno che avesse, e parve che si' 'rappacificasse alquanto. Venne l’ora del desinare e si desinò assai allegramente, e vi furono di quelle che stranamente si misero a motteggiare lo sposo, avendo forse più voglia di giostrar con lui che di mangiare. Dopo che si fu desinato, ebbe la sposa modo d’aver un tagliente coltello, deliberata ne l’animo suo di far un malo scherzo al marito. Si cenò secondo il consueto, e dopo cena si fecero di molti balli e poi s’andò a dormire. Aveva la indiavolata sposa nascoso il coltello sotto il capezzale del letto da la sua banda. Essendo il marito con lei corcato, prima le disse molte buone parole per indurla