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dica, come gli spigolistri dal collo torto sogliono assai sovente dire, che queste così fatte ciance nè a voi leggere nè a me scriver si convengono, si risponderà loro il verso del poeta:
È ’l dir lascivo, ed è la vita onesta.
State sano.
In quei dì che la felice memoria del signor Giovanni Bentivoglio insieme con i signori suoi figliuoli teneva l’imperio de la grassa e ricchissima Bologna, fiorivano in quella città gli studii de la ragione cesarea e pontificia insieme con quelli de la medicina e di tutte l’arte liberali. Erano di continovo quivi solennissimi ed approvati dottori ed uomini dottissimi in ogni facultà. Il perchè di tutta Italia e anco di Lamagna, di Francia e da le Spagne concorreva la gioventù a Bologna per riuscir dotta in quella facultà che più gli piaceva. E sì come diverso era il numero degli scolari e varii gli ingegni loro, così anco erano differenti coloro che a la gioventù publicamente leggevano, con ciò sia cosa che la più parte di loro non solamente s’ingegnavano render dottrinati i lor discepoli, ma si sforzavano ancora con l’essemplarità de la vita fargli costumati e da bene. Ce n’erano poi di quelli a cui bastava assai legger dottamente ciò che leggevano, e nei circoli disputatorii dimostrarsi negli argomenti e ne le risposte pronti, ingegnosi ed acuti. Si rendevano ancora molto umani e facili dopo le lezioni ad udire i dubii che gli studenti proponevano, e si sforzavano dottamente rissolvergli e sodisfar a tutti. Ora v’era tra gli altri un dottore molto attempato, che era più vicino agli ottanta che ai settanta anni, il quale era ne le leggi riputato dottissimo e in quelle un gran praticone, e dei consegli suoi era fatta grandissima stima. Ma chi lo levava fuor de le sue leggi, egli si trovava come il pesce fuor de l’acqua. Era assai simile a un gran dottore di questa città, il quale, per quanto già intesi, avendo ad una sua possessione in villa un castaldo, si corrucciò molto seco e a ogni modo lo voleva levare da la cura de la possessione, e non per altro se non perchè, avendogli d’alquanti giorni innanzi dato nuova come la porcella aveva partorito nove porcelletti, venne dopoi a dirgli che la cavalla s’era scaricata d’un bello polledro. – Adunque, – diceva ser lo dottore al castaldo, – tu mi vuoi, uomo da poco, rubare ed assassinarmi?