Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
lei sepellito, e se voleva far movimento alcuno, che non poteva scampare, perciò che il marito e i suoi l’averebbero crudelissimamente ammazzato. O il misero amante ne la cassa si suffocasse o fosse da nemici morto, la Francesca aveva l’intento suo, parendole morir contenta pure che Pandolfo dopo lei in vita non restasse. Guardi Iddio tutti gli uomini da le mani di simili pazze femine! Ora avendo la donna avuta la fede del marito e tenendo per fermo che l’amante sarebbe seco sepellito, deliberò non voler più restar in vita, e ristretti in sè quei pochi e deboli spiriti che rimasi le erano, tenendo il fiato quanto più poteva e non rispondendo a cosa che le dicesse il marito,' 'se ne morì. Il pianto del marito fu grandissimo, il quale, dopo l’aver assai lagrimato ordinò che l’essequie il dì seguente sul tardi si facessero. Come fu giorno, vennero i parenti ed amici, uomini e donne a consolar il marito de la perdita de la moglie e porre ordine ai funerali. Il marito de la donna morta, avendo deliberato che quanto ella circa la cassa gli aveva chiesto s’essequisse, lo communicò con alcuni dei suoi parenti. Tutti erano di parere che egli la cassa facesse aprire, chè forse vi trovarebbe tal cosa dentro che sarebbe mal fatto averla sepellita; ma egli, che era disposto serbar la data fede a la moglie, non volle in modo alcuno che fosse aperta. Venuta la sera, fu levato il corpo e portata dietro al corpo la cassa, con meraviglia grandissima di tutta la città. Quando Pandolfo si sentì levare e indi cantare quel Requiem aeternam, non è da domandare come si sentisse. Egli fu più volte vicino a gridare e discoprirsi, rompendo il proposito che aveva fatto di voler pazientemente morire. Ma conoscendo certamente che alora alora sarebbe stato in mille pezzi tagliato dai parenti del marito e de la donna che il corpo accompagnavano a la sepoltura, e rivolgendo ne la mente l’amore de la donna e pensando che questo ella fatto avesse vinta da soverchio amore, fece l’ultimo proponimento di morir tacendo, a ciò che non infamasse in morte quella che tanto in vita aveva amata. E con questo pensiero si lasciò portare a la venerabile chiesa di San Cataldo, che è dei frati predicatori. Mentre che sovra il corpo si cantavano i soliti mortuarii, la cassa fu dentro la sepoltura deposta in un canto, perciò che la sepoltura era assai grande. Dopoi fu messo dentro il corpo de la donna. E perchè già era notte oscura, non fu altramente il buco del sepolcro con calce turato, ma solamente fu la pietra di sopra messa, volendo poi la matina acconciarla come è costume. Sentendosi il povero Pandolfo esser sepellito,