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sua moglie, che altro non seppe dire se non che credeva così: che qualche puttana, per invidia l’una de l’altra, avesse cotal sceleraggine commessa. E tanto più la cosa fu creduta, quanto che una di quelle puttane che Angelo teneva, subito che lo sentì morto, se n’andò a Vinegia; il che diede gran sospetto a la cosa. Restata madonna Bianca in libertà e, per quello che seguì, avendo promesso a lo scolare forlivese di prenderlo per marito, cominciò in certo modo a dar del grosso a Lione e non voler più sua pratica. E da lui essendo con lettere ed ambasciate frequentata, tenne via, col mezzo del forlivese, che alcuni che facevano il bravo lo andarono a minacciare che se non lasciava star madonna Bianca, che guai a lui. Egli, che non era figliuolo di passera, venne con uno di loro a parole e da le parole a’ fatti, e senza pettine lo scarmignò di modo che gli' 'pelò tutta la barba, e diede di gran pugna e calci, non si trovando alora nessuno di loro arme a lato. Dopo questo Lione scrisse in còlera una lettera a la donna e la minacciò di farla femina del volgo e manifestar la morte del marito, che egli sapeva di certo che ella aveva avvelenato. Il perchè la donna per pacificarlo lo mandò a pregare che a la solita casa si ritrovasse; ove le parole furono assai: a la fine la cosa si pacificò per mezzo di giacersi insieme. Era Lione alora per partirsi per andare a l’impresa contra i turchi in Ungaria, e disse a la donna: – Io fra dui giorni mi partirò, e prima ch’io parta voglio esser profeta e dirvi che, se Dio mi dà grazia di ritornare, io vi troverò che sarete maritata con colui che v’ha servita de l’acqua mortifera. Guardate che voi non saltiate de la padella sovra carboni affocati. – Aveva Lione saputo di questa acqua per via d’una donna de la quale madonna Bianca s’era fidata. Stordì la donna sentendo che Lione sapeva così bene come ella la cagione de la morte d’Angelo, e non gliela seppe negare. Ora andò Lione a l’impresa contra turchi, la quale fu d’assai più spavento agli infedeli che di danno, non avendo l’imperadore saputo seguitare la sua buona fortuna. Ritornò poi a Bologna Lione, e, come aveva predetto, trovò che madonna Bianca s’era maritata ne lo scolare romagnuolo, e le mandò pregando che a la solita casa si ritrovasse. Ella, che si sentiva Lione averle nei capelli le mani, non gli volle disdire e v’andò, e con lei Lione amorosamente si trastullò. E durando questa pratica, il marito di lei, entrato in gelosia, la levò fuor di Bologna e la condusse a Castrocaro, castello de la diocesi forlivese ma di giurisdizione de’ fiorentini; ove io intendo che il marito la tiene molto stretta, facendole far la penitenza dei peccati passati.


Il Bandello a l’illustre e vertuosa