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cugina, e v’era Angelo; dai quali fu caramente raccolto e quivi assai insieme ragionarono, di modo che lo scolare, praticando come parente con lei, ed alcuna volta seco e col marito desinando, e menandolo talora al suo albergo a mangiare, contrasse una grandissima domestichezza con loro. E per la commodità del parentado, disse a la donna la fizzione che fatta aveva d’esserle parente, e tutto il suo amore le discoperse. La donna, o che amasse Lione o per qualche altro suo particolare, non si mostrò da prima pieghevole al parmegiano; tuttavia domesticamente insieme s’intertenevano, il che a Lione era cagione di star molto di mala voglia. Come già s’è detto, Angelo non contento de la moglie nè d’una puttana, ne teneva sempre tre e quattro, e la vita e la roba dietro a quelle consumava, e faceva a la moglie menar una amarissima vita. Avvenne un dì che egli, per qualche altro accidente turbato, si sfogò a dosso a madonna Bianca e le diede molte pugna e calci; di che ella fieramente disdegnata, ritrovò una donna e l’informò a la meglio che ella puotè de la contrada e del nome de lo scolare parmegiano, e che andasse a trovarlo e gli facesse certa ambasciata come udirete. Quel nome di Berlinghiero, non essendo molto usitato, uscì di mente a la buona messaggera, e si ricordò solamente del cugino, e che era giovine assai grande e grossetto. Onde essendo ne la contrada, vide il padrone de la casa ove Lione albergava, e, a quello avvicinatasi, gli domandò se conosceva un giovine grande e ben formato, cugino di madonna Bianca moglie di messer Angelo Romano. Il buon padrone de la casa, o che sapesse qualche cosa de l’amore di Lione, o pur che gli paresse che la donna lo cercasse, perchè era grande e grosso, le rispose che egli albergava in quella casa, e andò su e trovò che ancora il buon Lione era sul letto, al quale raccontò ciò che la donna andava ricercando. Egli in un attimo si levò e vestì e venne ove di sotto la vecchia l’aspettava, e salutandola le disse: – Siate la ben venuta, madre mia; che andate voi cercando? – Io cerco, – disse ella, – il cugino di madonna Bianca moglie d’Angelo Romano, del quale mi sono scordata il nome. Ma ai contrasegni che ella m’ha dato, voi mi parete quello. Non sète voi? – Sì sono, madre mia,– rispose egli; – e non è gran meraviglia che vi siate scordata come io mi chiami, perciò che ben sovente i compagni miei non mi sanno dir Berlinghiero. – Sì, sì, – disse la donna: – io ora mi ricordo che madonna Bianca m’insegnò questo nome di Ballanziero più di tre volte. – Sta bene, – rispose Lione; – che ci è a far per servigio de la mia carissima cugina? – Conosceva pur troppo Lione la vecchia aver