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dì seguente le fece far un bagno e le mise a torno due fantesche, che da capo a piedi tutta la stropicciarono e lavarono benissimo, e le tagliarono l’unghie de le mani. Il marito di madonna Penelope dopo desinare diede la voce d’andar a caccia, e, a cavallo montato, andò fuor di Milano. Madonna Penelope si mise subito in porta, nè guari vi stette che Simpliciano comparse e la salutò. Ella alora gli disse: – Signor del mio core, voi sète venuto a tempo: mio marito è andato fuori e non ritornerà questi dui dì. Voi questa sera tra le cinque e sei ore ve ne verrete qui, ove troverete questa porta aperta; spingetela soavemente e fermatevi tra la pusterla e la porta. Io ci sarò, ma non parlate nè fate romore, chè io farò il medesimo, perciò che ci sono restati molti de la famiglia che non sono iti fuori. – Dato questo ordine, la donna entrò in casa, e Simpliciano tutto gioioso andò a mettersi ad ordine per comparir galante cavaliero su la giostra. Come fu notte, il marito di madonna Penelope ritornò in Milano ed entrò in casa, ove fece vestir la Togna con sottana di tela d’oro ed una veste sopra di damasco cremesino, con cuffia d’oro in testa ed altri ornamenti a torno, che proprio pareva una bertuccia vestita; e di nuovo l’ammaestrò e la fece metter tra la porta e la pusterla sua, chè quasi tutte le buone case de la città ne l’andito hanno prima la porta verso la strada e la pusterla dapoi verso la casa. Se ne stavano il marito e la moglie con altri di casa con grandissimo silenzio ne l’andito presso a la pusterla, per sentir tutto ciò che Simpliciano farebbe con la Togna, la quale, tutta alor sola, era tra le due porte. E sapendo che deveva esser tosto nuova sposa, se ne stava molto lieta. Simpliciano poi, per mostrarsi bene valoroso cavaliero, come fu da la sua donna partito, andò a casa e con buona vernaccia fumosa e pistachea ed altri preziosi confetti si rinfrescò. Dapoi questo, fatto ben profumare una camiscia di bucato, tutta bella e lavorata d’oro e di seta, se la mise indosso, e tutto da capo fin a’ piedi si profumò con composizione di zibetto, ambra fina e muschio; e così profumate le vestimenta parte con la detta composizione e parte con augelletti di Cipro ed altre buone polveri odorifere e preziose, tutto d’ogn’intorno spargeva assai' 'buon odore. Vestito e messosi ad ordine, con più desiosa voglia aspettava la dessignata ora che non aspettano i giudei il Messia. Cento volte l’ora si levava da sedere e mirava se il sole s’affrettava a correr verso l’occaso. Ogni atomo e punto di tempo gli pareva pure troppo lungo, e malediceva Febo che non isferzasse i suoi cavalli. Venne la notte, e quelle cinque ore che ancora