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amore, attendeva al governo come era ufficio suo. Prese poi più de l’usato domestichezza familiare e quasi da compagno col nipote di cui vi parlai, e d’altro seco non ragionava che di cose amorose; e tra l’altre un giorno gli disse che non era piacer al mondo uguale al grandissimo diletto che sentiva un giovine che di bella e gran donna si trovasse innamorato, massimamente quando l’amore si trovava reciproco. Ed avendo adescato il giovine a questi ragionamenti, non dopo molto in segreto gli disse: – Nipote mio, a me come figliuolo mio proprio carissimo, metti ben mente a quanto ora ti dico, perchè se sarai savio e attenderai ai miei consegli, io ti prometto che tu averai il meglior tempo che uomo di questo paese. – Il giovinetto, che teneva lo zio in luogo di padre, gli rispose che era presto ad ubidirgli e far quanto egli degnasse di comandargli. Alora il ribaldo conte gli disse: – Io mi sono accorto, figliuol mio carissimo, che la duchessa nostra ti vuol un gran bene e t’ama fuor d’ogni misura. Io conosco chiaramente che si va struggendo come cera al fuoco, ed altro non desidera che trovarsi a le strette teco. Ma ella fa come tutte le donne generalmente fanno, che ancora che bramino una cosa, vogliono per lo più esser pregate ed hanno piacer grandissimo che gli uomini le ingannino, a ciò paia che con astuzia o forza siano tirate a darsi in preda ai lor innamorati. E quando elle amano un giovine e a lungo andare conoscono che non sia avveduto e audace, se ne sdegnano e volgono il lor amore altrove. Io, nipote mio, ti parlo per isperienza: perciò credi a me e fa quanto ti dico. Io vo’ che questa sera, quando tu vederai il commodo, che tu ti appiatti sotto il letto de la duchessa e quivi dimori sino a le sette ore de la notte, perchè alora ella sarà nel primo sonno sepolta e le sue donne dormiranno tutte. Alora ti leverai chetamente, ed accostatoti al letto, le porrai la mano sul petto e pian piano le dirai chi tu sei. Io so ciò che ti dico e non ti parlo al vento. Ella, come ti conosca, ti farà entrar seco nel letto, e goderai a tuo piacere così nobil donna. Io per me mi terrei beato se fossi in luogo tuo. – Credette il semplice giovine a lo zio, forse pensando che quello per commessione de la duchessa gli parlasse. E chi sarebbe stato che ad uno zio carnale creduto non avesse, veggendolo parlare sì assicuratamente? Fece adunque il giovinetto secondo il malvagio conseglio del ribaldo e traditore zio, e presa l’oportunità, si nascose sotto il letto. La duchessa là circa le cinque ore si corcò. Il malvagio e disleale conte, come furono toccate le sei ore, non aspettando l’ora che al nipote prefissa aveva, a ciò che