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voi di molte belle cose, un dì a la presenza di madama, dei suoi gentiluomini e de le damigelle, diceste tra l’altre una novella che molto a tutti piacque, onde astretto a scriverla da chi comandar mi puote, sono sicuro, quanto a l’istoria appartiene, averla intieramente scritta; ma se al candido e purgato stile de la feconda vostra eloquenzia non sono arrivato, scusimi appo voi che a tutti non è dato di navigare a Corinto. Tuttavia, tale quale è, ragionevole mi pare che di voi, che narrata l’avete, sia. E così ve la dono e consacro in testimonio de la nostra antica e cambievole benevoglienza, pregando nostro signor Iddio che vi conservi.

Amore di don Giovanni di Mendozza e de la duchessa di Savoia, con varii e mirabili accidenti che vi intervengono.


Io non pensava già, cortesissima e valorosa signora, esser venuto di Fiandra fin in Acquitania a novellare; ben venuto ci sono per farvi riverenza, essendo già molti anni che io desiderava che mi s’offerisse l’occasione di rivedervi, per la servitù che sempre v’ho portata da che vi conobbi in Ferrara, ove narrai la novella de la reina Anna, che non molto innanzi era avvenuta. Ora volendo pur voi che io alcuna cosa dica, essendo sempre presto in questo, e in tutto quello che vi piacerà comandarmi, d’ubidirvi, vi narrerò una mirabil istoria che già da un cavaliero spagnuolo, essendo io altre volte in Ispagna, mi fu narrata; da la quale si comprende quanto poderose sieno le forze de l’amore, quando in cor gentile egli le sue facelle accese avventa, e senza fine quello arde e dolcemente strugge. Vi dico adunque che in Ispagna già fu crudelissima nemicizia e sanguinolenta guerra tra due nobilissime famiglie, cioè tra la casa dei Mendozzi e quella di Toledo, e tutte due erano molto ricche e potenti di domìnii e di vassalli. Più e più volte tra loro avevano combattuto, con morte di uomini assai da l’una e da l’altra parte. Ed essendo le discordie e guerre tra loro vie più grandi che mai e gli odii nei loro cori incancheriti, nè si trovando mezzo per rappacificargli, avvenne che essendo don Giovanni di Mendozza, giovine ricchissimo e prode molto de la persona, capo de la fazion sua, che si trovavano in campagna tutte due le parti con esserciti numerosi per combattere. La sorella di don Giovanni, che era stata moglie d’un signore spagnuolo e, vedova,