Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
in luogo periglioso, e mi pare che sia tempo di liberar Fridiano. E per la prima, voi con le vostre donne e col servidore ve n’anderete dimane a buon’ora a casa, ed io dopo desinare prononzierò la sentenza di questo tenore: che Fridiano Z. per aver ferito un sergente de la corte e indirettamente vietato che non si sia potuto prender un bandito, che sia ubligato a pagar le spese che Ferraguto ha fatte in farsi medicare, e che sia ubligato per un anno intero attender a l’ufficio dei contrabandi senza salario alcuno. E se parrà che la sentenza sia leggera, io dirò che astretto dal signor Pietro Gambacorta e da tanti miei amici e parenti non ho voluto proceder con quella rigidezza che averei potuto; che questa pena che se gli dà, di far per un anno l’ufficio dei contrabandi senza salario, è per essersi opposto ai sergenti de la corte: nel resto che sono ingiurie mie particolari, che io di core il tutto gli ho rimesso per le lettere di raccomandazioni che dagli amici miei e parenti ho avute. – Fatto questo, la notte seguente il buon giudice secondo la sua usanza tenne compagnia a la sua innamorata, e più volte insieme si risero de la beffa che a Fridiano tuttavia facevano, e Beatrice diceva che il pecorone n’aveva avuto troppo buon mercato. Il giudice per metter ordine che per l’avvenire potessero esser insieme, le diceva: – Vedete, anima mia dolce, – e dicendo questo la basciava ducento volte – io voglio che Fridiano faccia per un anno l’ufficio che sarà condannato a fare, perciò che sarà necessario che egli sia tutto il dì a cavallo fuor per il contado, e quando mi parrà, io lo terrò fuor quattro o cinque giorni, e potremo a nostro piacere esser insieme senza disturbo. Molte fiate anco ne la città ordinerò che la notte egli starà quattro o cinque ore in una contrada con la guardia, nè gli sarà lecito senza mia licenza levarsene; ed io in quel mezzo potrò venir a starmene vosco una e due ore, di modo che ci daremo il meglior tempo del mondo mentre che io starò in questo ufficio. Che ne dite voi, cor del mio core? non è egli la' 'cosa nostra ben ordinata? – La donna, che non meno amava lui che ella fosse da lui amata, con mille amorosi e saporiti baci gli rispondeva dicendo: – Sì, signor mio dolce, che voi avete fatto benissimo, e conosco apertamente che voi cordialmente m’amate, ed io altresì amo più voi che la vita mia propria. – Così passarono i due amanti quella notte in amorosi piaceri e dolci parlari. Venuta la matina, la donna con le sue massare e servidori a casa se ne tornò. Il notaio pisano andò e parlò con Fridiano, e gli disse: – Fridiano, ringrazia Iddio che a questa volta ti sei ritrovato aver