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Gerardo che non volesse andar ad aprir sepolcri, per gli scandali che ci potevano nascere; ma veggendolo fermato in questa openione, si offerse presto ad ogni sua voglia e disposto non l’abbandonare, ma con lui correr una medesima fortuna. Presero poi essi dui senza altra compagnia una barchetta, e lasciata la cura de la galera a chi più lor piacque, se ne vennero a Vinegia, e, smontati ne la casa del comito, si providero di ferramenti atti a far quanto desideravano; indi rientrati in barca, si condussero a Castello al Patriarcato. Era circa la mezzanotte quando apersero il sepolcro e, fermato il coperchio, Gerardo entrò ne l’avello e s’abbandonò sovra il corpo de la moglie, di modo che chi mirati gli avesse tutti dui non averia troppo ben potuto discernere chi più rassembrasse morto, o il marito o la moglie. Rivenuto poi in sè Gerardo, amarissimamente piangendo, lavava e basciava il viso e la bocca de la sua donna. Il comito, che temeva d’esser in tal ufficio dai sergenti dei signori de la notte trovato, teneva pur detto a Gerardo che uscisse; ma egli non si sapeva levare. Insomma tanto era Gerardo fuor di sè, che, essendo sforzato da l’amico a partirsi, a malgrado di quello volle seco portarsene la moglie. E così soavemente levatala fuori, chiusero l’avello e in barca ne portarono la giovane. Quivi di nuovo Gerardo si mise al lato de la donna, e saziar non si poteva di abbracciarla e basciarla. Ma essendo agramente dal comito ripreso di questa follia, che volesse portar quel corpo e non saper dove, a la fine, credendo ai veri consigli d’esso comito, deliberò ritornarlo dentro l’avello. E rivolgendo la barchetta verso il Patriarcato, nè sapendosi Gerardo levare dagli abbracciamenti de la donna, gli parve di sentire in lei alcuno movimento, onde disse al comito: – Amico mio caro, io sento non so che in costei, che mi fa sperare che ella ancor non sia morta. – Entrato il comito in ragionevol sospetto, per i fortunosi casi che sovente avvengano, accostatosi agli amanti, pose la mano sotto la sinistra mammella de la giovane e, trovata la carne alquanto tepida e sentito alcuno picciolo battimento del core, disse a Gerardo: – Padrone, tastate qui e trovarete costei non esser del tutto morta. – A così felice annunzio Gerardo tutto lieto pose la mano sovra il' 'core che tuttavia accresceva il suo movimento, volendo la natura rivocar gli smarriti spiriti, e disse: – Veramente costei è viva. Che faremo noi? – noi faremo bene, – soggiunse il comito. – Fate pur buon animo e non dubitate, chè non si mancherà di far ogni provigione necessaria. Non è costei da esser riportata ne l’arca a verun modo. Andiamo a casa mia che non è molto