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era quanto dirle: «Dimane la Signoria ti vuol far impiccare su la piazza di San Marco tra le due alte colonne», ella oltre modo divenuta dolente e senza fine da fierissima passione trafitta, nulla al padre puotè rispondere. Il che egli, che più oltra non pensava, pensò che da vergogna fanciullesca procedesse, nè altro le disse; ma andò ad ordinare ciò che faceva di mestiero a ciò che le nozze fossero con bell’ordine e delicati cibi sontuosamente celebrate, secondo che a la nobiltà e a le ricchezze di lui e del genero era condecente. La sera del sabbato, essendo già stata dal giovine veduta e piaciutagli, Elena nulla o poco cenò. Ritiratasi poi a la sua camera con la balia, cominciò a far il più dirotto pianto e maggiore che imaginare uomo si possa, nè era possibile che la balia a verun modo consolar la potesse, non sapendo ritrovar modo nè via alcuna per fuggire che il seguente dì non fosse sposata e a letto messa col nuovo sposo. E questo, avvenisse ciò che si volesse, ella deliberava non far già mai. Manifestar al padre che maritata era, non ardiva, non già per tema che quello in lei incrudelisse, chè volentieri morta sarebbe, ma perchè dubitava, palesando il matrimonio contratto, di non offender il suo Gerardo. Fu quella notte con aita de la balia per uscir di casa e andarsene a trovar suo suocero, e, ne le braccia di lui gettandosi, farlo consapevole di quanto tra Gerardo e lei era passato; ma non sapeva se questo al marito fosse poi piaciuto. Ora chi volesse d’uno in uno raccontar i pensieri che per la mente quella notte le passarono, potrebbe così di leggero la notte, quando il cielo è più sereno e carco di stelle, tutte quelle annoverare. Credete pure e persuadetevi che la passione sua era incredibile ed inestimabile. Tutta la notte la sconsolata e misera Elena travagliò senza mai poter prender riposo. Venuto il nuovo giorno, la balia, uscita di camera, attese a far quei servigi per la casa che a lei appartenevano, tuttavia farneticando e chimerizzando sovra il caso de la disperata giovane, e non si sapeva determinar a modo veruno che fosse buono a liberarla. Ed in vero non era minor la doglia sua di quella d’Elena, la quale come vide' 'che rimasa era sola, non s’essendo tutta quella notte spogliata, combattuta da strani e malvagi pensieri, serrò di dentro l’uscio de la camera, e così, vestita com’era, suso il letto suo salì e quanto più onestamente puotè s’acconciò le vestimenta a torno. Poi raccolti tutti i suoi pensieri in uno, e non le sofferendo il core di dover sposar colui che già il padre proposto le aveva, e non sapendo quando Gerardo si tornasse, seco propose di non voler più vivere. Nè bastandole