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di Gerardo e d’Elena. Lascierò adunque il tutto imaginare a chi veramente ama ed ha amato, se in simil caso si ritrovasse. Ora, venuto il tempo del partire, sciolsero i marinari le funi de la galera ed avendo prospero vento se n’andarono al viaggio loro. Se Gerardo navigando aveva sempre ogni suo pensiero a la cara ed amata moglie, ella il medesimo faceva, ed una consolazione aveva: che con la fedel sua balia di continovo parlava del caro marito; e se talora cadeva in alcun dubio de l’amor di lui, la buona balia la confortava e la rendeva sicura che Gerardo altra donna non amava che lei. Il che di Gerardo non avveniva, chè quanto più chiusamente ardeva tanto più fiera sentiva la sua passione. Egli non aveva persona con cui potesse sfogar i suoi amorosi affanni, nè' 'gli era avvenuto già mai che d’alcuno circa cotesto amore fidato si fosse. Ma lasciamolo andar al viaggio suo, chè ben lo rimenaremo poi a salvamento. Erano già circa sei mesi che Gerardo era partito da Vinegia, quando Elena, che annoverava l’ore, i giorni, le settimane e i mesi, stava in speranza del ritorno del caro marito e tutta ne gioiva, parendole un’ora mill’anni che tardasse a ritornare, e con la fedel balia diceva: – Non passeranno quindici dì o venti, a la più lunga, che il mio desideratissimo sposo sarà in Vinegia. Egli porterà oltra le mercadanzie mille belle cosette, e mi disse al suo partire che a voi recar voleva molti cari doni. – E così l’amorosa giovane andava se stessa consolando, non sapendo che una tela contra lei s’ordiva che d’estremo dolore ed infinita malinconia cagione le sarebbe. Il padre di lei veggendo come la figliuola era oltra l’età divenuta avvenente, accorta e fuor di modo bella, e che in casa non aveva governo di donna a proposito, di quella dubitando che cosa non avvenisse contra il suo volere, (il che già avvenuto era), deliberò di maritarla. Nè troppo tempo gli fu bisogno a ritrovar genero conveniente a quella, perchè, essendo ricco e nobile, e la figliuola gentile e bellissima, molti de la qualità sua volentieri seco si sarebbero per parentado congiunti. Scielse adunque tra gli altri un giovine messer Pietro, il quale di ricchezza e di nobil famiglia più gli piacque, e seco con il mezzo dei communi amici e parenti si convenne che il seguente sabbato il giovine vederia Elena, e, piacendogli, il venente dì de la domenica le darebbe l’anello e poi la notte consumarebbe il matrimonio. Fatta questa deliberazione, facendosi l’apparecchio grande per le future nozze, messer Pietro disse a la figliuola quanto per maritarla conchiuso aveva. Di questo così insperato e tristo annonzio che ad Elena tanto doloroso