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questa notte io ho pensato assai sovra l’andata di Barutti, de la quale ieri voi mi parlaste, e chiaramente conoscendo quanto grave errore io facessi a non ubidir a le preghiere vostre, che appo me deveno in ogni tempo e luogo aver forza di comandamento, de la mia ignoranza e follia umilmente e con tutto il core vi domando perdono, pregandovi che non vogliate guardar a la poca riverenza che usata v’ho, ma che vi piaccia rimettermi ne la solita grazia vostra. Ecco, padre mio osservandissimo, che io sono qui presto ad ubidirvi, e non solamente navigar a Barutti, ma andar in ogni luogo ove più a grado vi sarà di mandarmi, perchè deliberato mi sono prima morire che a’ vostri voleri oppormi più mai. – Udite queste parole, il pietoso padre volse che il figliuolo si levasse, a pieno d’una tenera amorevolezza, colmò di lagrime gli occhi, e da quelle largamente cadenti impedito, non potendo formar parola, avvinchiato il collo del figliuolo, buona pezza a quel modo stette. Mossero le calde ed amorevoli lagrime paterne a pianger medesimamente il figliuolo, il quale, tutto che commosso da pietà lagrimasse, nondimeno, ripigliando alquanto di lena e rasciugato il pianto, a quello pose sosta e cominciò con dolci parole a consolar il padre. Messer Paolo, posto e le lagrime fine, e pieno di letizia immensa, propose seco di mandar per il genero e fare che si contentasse di lasciar andar Gerardo, chè una altra volta poi gli provederia d’un altro viaggio. Venne il genero, al quale fece il suocero manifesta l’allegrezza che aveva, essendosi il figliuol disposto di navigar a Barutti; poi caldamente lo pregò che gli piacesse per questo viaggio restar a casa, chè con la prima comodità gli provederebbe, come indi a poco tempo con effetto fece. Dispiacque questa novella a Lionardo, come a colui che molto amava di far questo viaggio; tuttavia come giovine prudente, dissimulata la sua mala contentezza, disse al suocero che era contento di quello che a lui piaceva, e che per accomodar lui e il cognato era prontissimo a far cosa vie maggior di questa. Messer Paolo e Gerardo assai ringraziarono Lionardo del suo buon volere. Si attese poi a far che la galera fosse ben corredata di quanto le faceva bisogno, e tutte le mercadanzie furono caricate. Ma chi volesse dire, quelle poche notti che passarono tra la deliberazione fatta da Gerardo di andare e l’ultima, quando poi il dì deveva partire, di che qualità fossero, ed i piaceri amorosi dagli amanti presi, e le lagrime sparte ne l’ultimo congedo, averebbe assai che fare, chè forse tante non furono quelle che la dolente Fiammetta per Panfilo scrive aver sparte quante furono quelle