Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
la quale, veduto l’amante, tutta s’allegrò, e con certi atti fanciulleschi pareva quasi che con lui de la recuperata sanità si volesse rallegrare. Aveva ella in mano un mazzetto di fiori, e quello, nel passarle di sotto la gondola, con lieto viso al giovine gittò. Parve a la balia, veduto questo atto, d’esser chiara che l’innamorata di Gerardo senza dubio fosse Elena. Il perchè, conoscendo il parentado tra lor dui potersi molto onoratamente fare, quando fossero d’animo di maritarsi, subito entrò in la camera d’Elena, che ancora se ne stava a la finestra vagheggiando il suo amante, e le disse: – Dimmi, figliuola, che cosa è quella che io t’ho veduta fare? che hai tu da partire con il giovine che ora è passato per il canale? O bella ed onesta figliuola, a star tutto il dì a le finestre e gittar mazzi di fiori a chi va e chi viene! Misera te, se tuo padre lo risapessi già mai! io ti so dire che ti conciarebbe di maniera che avereste invidia a’ morti. – La giovane, per questa agra riprensione quasi fuor di se stessa, non sapeva nè ardiva di far motto; tuttavia, veggendo in viso la balia, ancor che agramente garrita l’avesse, non esser perciò molto adirata, buttatele le braccia al collo e quella fanciullescamente basciata, con parole soavissime così le disse: – Nena, – chè così i veneziani chiamano le nutrici, – madre mia dolcissima, io vi chiedo umilmente perdono, se nel gioco che ora veduto m’avete giocare, io abbi fatto, che nol credo, errore. Ma se desiderate che io allegra me ne viva, vi piaccia un poco udir la mia ragione e di poi, se vi parrà che io giocando abbia fallito, datemene quel castigo che più vi pare convenevole. Sapete che messer mio padre faceva venire, le feste, qui in casa le quattro sorelle le quali qui dirimpetto albergano, a ciò che di brigata giocando insieme ci trastullassimo. Elle primieramente mi insegnarono il gioco de la «forfetta»; poi mi dissero che assai più dilettevole gioco era andar a le finestre, e, quando i giovini passono per canale in gondola, trarli rose, fiori, garofani e altre simili cosette, e a questo modo giocare con esso loro. Il che assai mi piacque, e tra gli altri con cui io elessi di giocare fu il giovine con il quale mò mi vedeste giocare. Io per me vorrei che ci passasse spesso. Sì che io non so perchè di cotal gioco vogliate ripigliarmi. Tuttavia, se ci è errore, io me ne asterrò. – Non puotè contener il riso la balia, udendo quanto semplicemente e senza alcuna malizia la fanciulla parlasse, e si deliberò di condurre la cominciata impresa da scherzo ad ottimo fine; onde ad Elena in questa maniera rispose: – Carissima mia figliuola, io vo’