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186 parte seconda

poter viver senza te, e non per altra cagione, io adesso ti dico l’ultima mia volontà, che è questa. Se tu sei disposto, secondo che mostrato hai, di non voler esser mio. come prima eri, tienti quèsti tuoi rimedi, che io non ne vo’ prendere nessuno, e lasciami stare; perciocchè Vie più cara assai m’è la morte che la vita, non dovendo esser tua. Ma se hai animo d’esser mio, io ti contenterò, e farò quanto vorrai, bevendo ciò che mi porgerai. E quantunque giovamento alcuno non me ne seguisse, come io credo, tuttavia il vedermi morire in grazia tua m’apporterà tanto di contentezza, che io ne morrò la più felice ed avventurosa amante, che nel regno dell’amore lieta venisse già mai. Sì che se tu vuoi che io rimedio alcuno prenda, intendimi bene e sanamente, io voglio che adesso alla presenza di questi nòstri amici tu mi dichiari l’animotuo, e con pure parole tu mi dica se vuoi esser mio o no. A questo rispose Camillo che as.-ai chiaro parlato aveva, e che più non accadeva dir altro, avendone per innanzi detto abbastanza; del che, per le allegate da lui ragioni, ella poteva benissimo contentarsi; e qui Camillo si tacque. Sia con Dio! disse la giovane; tu a tuo modo farai, ed io al mio farò. Tu non vuoi esser mio, ed io non vo’ pigliar rimedio che sia; perchè priva di te, tutte le medicine mi sanano pestiferi veleni; e vivendo in tua grazia, il veleno non mi saprehbe dar noia. E dopo queste paiole ella ritornò a chinar il capo a basso sul guanciale, e quivi se ne stava in atto di morire. Ora coloro che quivi erano, veggendo l’ostinazione della donna, e dispiacendo loro che disperata se ne morisse, si misero attorno a Camillo, pregandolo affettuosamente a contentarla, e che pensasse in che termine ella era. Stette alquanto duro Camillo, e non si voleva più a lei obbligare. Alla fine vinto da tanti prieghj, alla giovane in questa maniera [tarlò: Cinzia mia, fa buon animo; bevi quest’acqua con la polvere, la quale se ti rende sana, come si spera, io ti prometto la fede mia di tenerti come prima. Ella a questa voce, tutta lieta, si levò con tutto il corpo in alto, e prese il bicchier di mano di Camillo; ma avanti che alla bocca l’avvicinasse, a quello in questa forma disse: poichè tu, Camillo, signor mio, mi prometti per l’avvenire di voler esser meco quello che per innanzi eri, e la fede tua alla presenza di questi nostri amici lealmente m’hai data, io prenderò questa medicina; la (piale se giovevole mi lia. come tutti voi altri mi dite, e possa più la sua virtù che la malignità del veleno io vivere volentieri, non per voglia ch’io abbia di starmi in vita, ma per viver teco, e vedermi, come sovra ogn’aitro desiderio bramo, esser tua. e