ha già mai sofferto il cuore d’avvelenarti"? Ella allora, in atto di pietà inverso lui rivolta, gli disse: nessuno, Camillo, che savio sia, o voglia esser tenuto, non deve nè può con ragione dolersi di quella cosa che da lui è procurata. Dolere si dee di quegli accidenti, che contro il voler nostro contrari ne avvengano. Pertanto non ti mostrar del caso mio esser dolente nè pietoso, avendolo tu voluto; perciocchè se caro e desiderabile t’era ch’io vivessi, tunon dovevi abbandonarmi. Tu eri pure a mille prove sicuro, che io senza te non viverei; perciò serberai questa tua tarda pietà a casi da te non desiderati. Di me piùnon ti caglia, ora che son alla finedei miei travagli. Questo conforto ho io, che meravigliosamente mi fa gioire che a mal tuo grado io muoio tua, e sugli occhi tuoi chiudo i miei. E se in quell’altra vita punto resta di senso, così di là vorrò esser tua, come qui stata sono. In questo disse il Greco: qui non è da badare: su, si vuol dar aita a questa pazza. Egli conviene che i rimedi siano presti, e non si perda tempo. E chi avesse del corno dell’Alicorno, di leggiero se le porgerebbe alcun soccorso, e s’aiuteria; perciocchè per lunghi esperimenti s’è vistoche nei morbi pestilenziosi, mali di veleno, e venni di fanciulli, ed in altre infermità è stato esso corno, fattone polvere, e bevuta, di mirabil giovamento; ancor che alcuni dicano die Ippocrate e Galeno non ne facciano menzione. Io avrò di questo corno, disse Camillo; e subito mandò a casa a pigliarlo. Ora tanta fu la forte immaginazione e persuasione di Cinzia d’aversi avvelenata, che si senti tutta ingombrare da un agghiacciato e tremante freddo, e le pareva che tutte l’interiora grandemente le dolessero, e nel ventre se le aggroppassero in mille nodi; di maniera che le vennero gocciole assai di sudor freddo e grosse come un cece. Poi sì sonnolente e gran sonno la occupò, che non poteva a modo veruno tener gli occhi aperti. Camillo e gli altri le erano attorno, e con dolcissime parole la confortavano, esortandola a voler vomitar il veleno, e prepararsi a pigliar alcun rimedio. Eia già messo in ordine un bicchiere d’olio comune, fatto intiepidire acciò che tutto l’inghiottisse, e vomitasse; ma ella, ancora dal sopravvenuto accidente oppressa, non dava orecchie a cosa che se le dicesse. E così stette buona pezza; di mudo che vero è che l’imaginazione fa spesso effetto: Poi, cessalo l’accidente, ella sospirando aprì gli occhi, e di nuovo fu esortata a volersi aiutare, e bevendo l’olio sforzarsi di vomitare: ma egli si cantava a’ sordi. Ella era pure determinata per ogni via di voler morire, nè voleva intendere che di rimedio alcuno se le favellasse: onde non fu mai possibile