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176 parte seconda

millo, e in una chiesa a lui solo disse: io non so, messere, quale Dio o avversario dell’inferno mi molesti e tormenti il dì e la notte, che mai non so trovar riposo, e mi par di continovo aver un pungente coltello nel cuore. Non so donde questo possa avvenire, se non che io falsamente ho infamata Cinzia e Giulio di quello che io per me non ne so cosa alcuna, e non vidi già mai: onde tutto quello che io altre volte vi dissi, e vi replicai alla presenza di quei gentiluomini, è una bugia e invenzione che io da me stessa feci, nè altri mai di questo mi fece motto. Io vi chieggio perdono, e vi supplico a donarmi la vita; la quale io conosco aver meritevolmente perduta, essendo stata ardita di commettere così enorme scelleratezza, come con le mie false parole ho fatto. Ecco che ai vostri piedi mi getto, domandandovi umilmente misericordia. Restò Camillo, a questa non sperata voce, pieno d’una infinita allegrezza, veggendo che Giulio non era colpevole; e dopo che una e due volte s’ebbe dalla balia fatto ridire la cosa, le disse: rea femina, certamente io non so qual pena e qual crudel tormento fossero bastanti a darti convenevol castigo, acciò che il supplizio andasse di pari col peccato; imperciocchè, quanto in te fu, ti sei apposta per fare che tra Giulio e me sia nata eterna nimicizia, e seguito altro che parole; ma io non vo’ mettermi con una par tua, e lascerò la cura a nostro Signor Iddio di questa vendetta: che io per me non saprei trovar tormento alcuno a tanta tua scelleraggine uguale. Ora io vorrò che ciò che qui detto e scoperto m'hai., tu lo manifesti alla presenza di Delio e di Giulio, e d’alcuni altri uomini da bene che io menerò meco. Avvertisci poi che di questo fatto tu non faccia motto veruno a Cinzia, nè ad altra persona, sia chi si voglia, se non quanto io t’imporrò. Ella promise far ogni cosa, che da lui le fosse comandata. Scoperta che si fu la malignità della ribalda balia, che udita avete, Camillo subito andò a trovar Delio; e pieno di gioia gli narrò come la balia s’era disdetta dell’infamia imposta a Giulio e Cinzia, e gli disse anco del veleno che ella ricercava; e di più gli mostrò una lettera di lei, per la quale pregasa Camillo a voler una volta sola andar a lei, che voleva dirli alcune cose, che sariano l’ultime parole che mai più gli dicesse, e che fosse contento menar seco Delio, Flaminio, Giulio, il Greco ed alcuni altri; e che io gli avviseria il giorno che doveva far questo. Delio e Camillo tennero per fermo che l’afflitta giovane si volesse, come disperata avvelenare; onde tra loro deliberarono di star a vedere ciò che ella far si volesse. Fece poi Camillo intender a Mario il dì che doveva mandar l’acqua a