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novella xl. 175

che velenosa, non accaderebbe che mi dicesse d’esser segreta e che ne guadagnerà cinquanta scudi. – Camillo, letta la lettera, giudicò l’openione di Mario esser buona, ma non si poteva persuadere ch’ella a modo nessuno volesse attossicarsi. Di sè non dubitava punto, avendo deliberato più non mangiare nè ber seco. Stava egli dubioso di questa cosa, e non sapeva apporsi a che fine ella ricercasse cotal acqua. Nondimeno, per meglio spiar l’animo di quella, pregò Mario che con belle parole la intertenesse e mostrasse non intendere che acqua ella volesse, e di quanto ella risponderia gliene desse avviso. Onde Mario a Cinzia scrisse che non sapeva di che sorte acqua ella chiedesse; che se voleva acqua da belletti e conciature, per assottigliare e purgar la pelle, farla bianca, colorita e lustra, o per levar via i peli, ch’ei ne aveva; ma che un cucchiaro non era per far effetto buono. Cinzia, avuta questa risposta, come colei che aveva ferma openione che Mario facesse veleni, a quello riscrisse che voleva acqua velenata; il che Mario mostrò a Camillo, e gli domandò ciò che far deveva. Camillo allora disse: – Mai, messer, sì, in bona fè voglio che la serviam come merita. Tu le riscriverai che di cotal acqua tu non ne hai di fatta, ed ancor che sia cosa di grandissima importanza e che a farla sia difficultà incredibile, che tuttavia per amor suo ne farai fra quattro o cinque giorni una ampolla picciolina. Poi quando ella vorrà quest’acqua, non le mandar cosa veruna senza mia saputa; ed allora vorrò che le mandi acqua pura di pozzo, con alcuna mistura di dentro che le dia un poco d’odore, ma che non le possa far nocumento. – In questo mezzo ella, volendo tentar ogni cosa prima che morire, e veder se poteva ricuperar la grazia di Camillo e fargli conoscere che non gli era mai mancata nè fattogli alcun torto, ancora che debolissima fosse, più dal desiderio portata che da le forze, andò a la meglio che puotè a casa del greco, e, trovatolo, entrò con lui in ragionamento, e con gli occhi colmi di lagrime, a quello narrò tutto il successo della cosa seguita tra Camillo e lei, ingegnandosi fargli toccar con mano come dal canto suo mai non era mancata, e che era innocentissima di quello che la balia l’aveva incolpata. Il Greco, desideroso che questa pace si facesse, vi si affaticò assai, ma nulla potè operare; il che intendendo l’afflitta giovane, e non sapendo più che via tentare, o dove volgersi, ritornò a stimolar Mario deliberata per ogni modo di morire. Mentre queste pratiche andavano attorno, la balia, pentita di quanto a Camillo detto avea, mossa dalla verità, e stimolata da non so che, che non la lasciava aver quiete, mandò per Ca-