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che non sappia ciò che si dica, e che cotesta sia una trama ordita, non so a che fine. E fommi a credere che, se un’altra volta se le farà narrare, che tu vedrai che o aggiungerà o diminuirà alcuna cosa, e che varierà il parlare. Ben t’affermo che appo me ella ha perduto il credito e che io per me, con quanto mi sapesse dire, non le crederei il vangelo. E se tu ora non avessi gli occhi de la mente dal fiero sdegno velati e che la passione tanto non t’alterasse, che troppo pure ti martella, tu saresti certo de la medesima openione che son io. – Non accade dir altro, – soggiunse Camillo, – avendo io chiaro manifestato l’animo mio così verso Giulio come verso Cinzia. – Finito questo ragionamento, Delio e Giulio si dipartirono. Ora, veggendo Giulio la cosa andar di mal in peggio, e che non era per prender quel fine che si conveniva, disse a Delio: – Io veggio che Camillo ha fisso il chiodo di voler più tosto creder la bugia a quella mascalzona de la balia, che a me la verità. Onde mi son deliberato andarmene per alcuno spazio di tempo fuor de la città, per schivar questi molti fastidii e mordaci cure che mi levano l’intelletto. Forse che il tempo aprirà gli occhi a Camillo, e conoscerà la mia innocenzia e la malvagità de la traditora balia. – Cinzia, che sofferiva passione fierissima, e non le pareva poter viver senza Camillo, mandò a chiamar Flamminio Astemio, il quale era amico di Camillo, di Delio e di Giulio. Egli, udite le ragioni di Cinzia e riputandole vere, parlò più volte con Camillo ma sempre indarno. Il che Cinzia intendendo, e sapendo che a torto era infamata, cadendo ne l’abisso de la disperazione, deliberò non voler più restar in vita, parendole assai minor pena il morire che il viver in cotanti affanni; ma, dubiosa de la guisa del morire, non sapeva con qual morte troncar lo stame de la sua travagliata vita. Ancidersi con le proprie mani per via del ferro, non le dava il core, temendo che la debol e tremante mano non fosse forte a sì fatto ufficio; appendersi con una fune per la gola e di sè dar sì misero spettacolo, non ardiva. Restavale il macerarsi di fame ed a poco a poco consumarsi, o gettarsi da le finestre in terra e fiaccarsi il collo, o buttarsi in un fiume che per la terra passa, e nell’acqua annegarsi; ma nessuna spezie di queste morti le piaceva. Onde, dopo molti pensieri su questo fatti, <nowiki>perseverando sempre nel fiero proponimento di morire, elesse ultimamente col veleno terminar i giorni suoi ed uscir di affanni. Ahi, giovini incauti e voi semplici donne, cui pare che lo star su la vita amorosa sia un trastullo, guardate a non lasciarvi dal soverchio amore impaniare, di tal maniera che non possiate poi tirarvi a dietro, e sovra