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vecchio padre che si trovò, sentendo la pietosa voce della lagrimante sua moglie, salite le scale ed in camera entrato, anco egli stimando la figliuola esser trapassata, cominciò piangendo a far un grandissimo lamento. La balia altresì di mala voglia essortò i poveri vecchi a porger a la figliuola aita, dicendo che era isvenuta. Onde a la meglio che seppero a torno a Cinzia si misero e, stropicciandole le carni in più luoghi, sì sforzarono con ispruzzar acqua nel viso e con altri argomenti gli smarriti spiriti rivocare. Ora, poi che le poche e deboli forze ne l’afflitto corpo con grandissima fatica furono ridutte, la sconsolata giovane, non possendo ricever consolazione, lungamente pianse e sospirò la sua sciagura. Veggendo poi che indarno s’affaticava, rivolse l’animo a pensare di che maniera ella si potesse di questi sì noiosi affanni liberare e per morte finir così aspra e sconsolata vita. Ma lasciamola un poco in questo suo fiero proponimento, e diamole agio di meglio pensare a’ casi suoi, e ritorniamo a Delio, il quale, mentre stette in camera di Cinzia, non volle mai dir cosa alcuna. Ora, poi che furono di casa di quella usciti, ei così disse a Camillo: – Perchè tutte le cose possibili ponno essere, egli potrebbe la balia aver detta la verità; ma per questo non segue effetto che ella detta l’abbia, perchè dal poter a l’esser è un gran disvario e larga differenza, non si potendo veramente affermare: «Una cosa puote essere, adunque è». Ma sia come si voglia. A me non può egli entrar in capo che se Giulio voleva prendersi carnal diletto con Cinzia, che egli mai avesse lasciata la porta de la camera aperta, massimamente essendo altre volte dimorato in camera seco con l’uscio serrato. Sovvengati, Camillo, quante fiate partendoti da la camera, e non v’essendo dentro altra persona che Giulio e Cinzia, hai serrato l’uscio, che sai che, tirato appresso al muro, da sè s’inchiava. Pertanto io non conosco Giulio sì scemonnito che, volendo un sì fatto mestier fare, avesse lasciata la porta schiavata. Ma io credo che questa trista de la balia s’abbia finta per alcun suo disegno cotesta menzogna. Nè questo ti dico io perchè tu debbia di nuovo ritornar a rimpattumarti con Cinzia, perchè sai bene quante volte per nome di monsignor lo vescovo e da me stesso t’ho essortato a levarti da questa sì poco onorevole pratica, ed ancor adesso te lo conforto; ma detto l’ho chè non vorrei che fra te e Giulio rimanesse la ruggine che tra voi mi par nata, che sarà cagione che più non ci sarà quella vera amicizia che ci era. Poi a quello che ho da la balia udito, che hai veduto come freddamente quasi in insogno ha questa sua favola narrato, io comprendo