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ottener l’intento suo; onde tentò alcuni giovini, e si sforzò a persuadergli e indurgli e ricercar Cinzia d’amore, mostrando loro che l’impresa sarebbe assai facile e che ella gli aiuteria in tutto quello che per lei si potesse, a ciò che, quando Cinzia compiacesse ad altri che a Camillo, ella sempre le tenesse le mani nei capegli e l’avesse di continovo pieghevole a le voglie sue, e non temesse poi da lei esser garrita nè ripresa, se voleva darsi piacer amoroso con chi più le fosse stato a grado. Ed avendo molti giovini tentati, la cosa non le venne fatta, perciò che nessuno fu oso di porsi al rischio di questa impresa, sì per riverenza di Camillo, come per tèma che egli non facesse dar loro de le busse a buona derrata. Veggendo la balia questa via non le riuscire, e non essendo dal suo proponimento punto smossa, pensò provarne un’altra, come a mano a mano io vi narrerò, se pazientemente m’ascoltarete. Aveva Camillo un suo più che fratello chiamato Giulio, giovine in quella città di famiglia nobilissima e d’animo sovra modo elevato e grande, col quale egli communicava ogni segreto, e di tal maniera era tra lor dui cresciuta la fratellevol domestichezza, e così stretto il nodo de l’amicizia loro, che nel vero dir si poteva esser una sola anima che dui corpi' 'informasse. Stavano eglino la più parte del tempo insieme, e l’uno senza l’altro pareva che viver non sapesse. Si dilettava de la musica Giulio meravigliosamente, e la sua parte molto sicuro «a libro» cantava, e sonava altresì d’alcuni stormenti. Per queste cagioni era divenuto tanto domestico di Cinzia che, o vi fosse Camillo o non, se ne stava esso Giulio di giorno e di notte senza rispetto veruno a ragionar con lei, e per rispetto del suo amico Camillo l’amava come propria sorella. La balia veggendo questa amorevol domestichezza, deliberò tra se stessa far ogni cosa a fine che Giulio amorosamente prendesse piacer con Cinzia. Fatta cotesta deliberazione, trovò su l’ora del merigge che Giulio stava ad una finestra vagheggiando per piacere e da scherzo una fanciulla che dirimpetto a l’albergo di Cinzia dimorava, ed a lui avvicinatasi, così, ridendo gli disse: – Deh, Giulio, io non so che dirmi de’ casi tuoi. Tu stai qui a beccarti i getti con questa fanciulla, che tanto è garzona che mai non ne verrai a capo, e tanto meno quanto suo fratello n’ha estrema cura e con guardia solennissima la tiene, ed una sua zia mai non l’abbandonava di vista, come chiaramente veder tu poi. Quanto sarebbe meglio che tu, lasciata costei, ti rivolgessi altrove ed amassi chi t’ama e sommamente desidera compiacerti, ogni volta che s’avveggia che tu voglia amare sì come ella ama te. –