drete; il che anco con mia inestimabil soddisfazione si farà. Nè per ora altro da voi voglio che un onestissimo bacio, per arra di quello che tosto il mondo con meraviglia vedrà, e senza dubbio loderà. Baciata che il re ebbe con gran piacere Alix, egli aprì la porta del camerino, e fece entrar la contessa, il cameriere e le donzelle. Se tutti, veggendo Alix lagrimosa con quell'ignudo coltello in mano, di meraviglia e di stupore pieni restarono, non è da meravigliare, non sapendo ciò che il caso importasse. Come furono entrati, impose il re al cameriere che in camera facesse raunar tutti i cortegiani e gentiluomini ch’erano in palazzo; il che in brevissimo tempo fu eseguito. Era quivi tra gli altri il vescovo di Eborace, uomo di grandissimi maneggi e di singoiar dottrina, con l’ammiraglio del mare. V'era anco il primo segretario del re. Questi tre col cameriere volle il re che nel camerino entrassero e non altri, essendo nella camera di molti baroni e signori. Restarono il vescovo e gli altri due pieni d’ammirazione grandissima, là dentro veggendo la contessa con la figliuola, che il coltello per commissione del re teneva in mano, non essendole perciò le lagrime asciutte. E sospesi d’animo, aspettavano di veder che cosa fosse questa; e non si potendo a modo veruno imaginare il vero di cotal meraviglioso spettacolo, tacevano. Era già fermata la porta del camerino, e quelli che in camera restarono, aspettavano d’intender a qual fine chiamati fossero. Il re aveva pensato alla presenza di tutti far ciò che poi fece; ma cangiato d’opinione, non volle altri testimoni che quelli del camerino. Quivi egli puntualmente narrò tutta l’istoria del suo amore, e ciò che con Alix allora gli era successo; e commendata senza fine la divina onestà ed animo costante di quella, e l’invitta fermezza del casto di lei proponimento mai a pieno non lodato, e quella con parole esaltata sovra quante mai pudiche furono, a lei rivolto; con lieto viso umanamente disse: Madama Alix, quando a voi piaccia tornar per vostro legittimo sposo, io sono qui presto per sposarvi per mia vera e legittima moglie. In questo caso nè a voi nè a me bisogna consiglio nè istruzione dell’importanza nella cosa; perciocchè voi per esperienza già sapete che vincolo e nodo sia ad una donna l'aver marito, essendo stata maritata; ed io altresì so che peso è trovarsi moglie a lato, quando la donna è fastidiosa. Ma sia come si voglia, se voi volete me, ed io voglio voi. La giovane, di contentezza infinita e di gioiosa meraviglia ripiena, non sapeva formar parola. La contessa, così insperata ed alta novella sentendo, tutta gongolava, e quasi era per risponder in vece della