io me stessa con questo acutissimo coltello anciderò; nè permetterò mai, fin che avrò lena, che per forza io sia violata. Pensate, sire, che ciò che da me ricercate, potete da mille e mille altre bellissime donne ottenere senza difficoltà alcuna; perciocchè di grado elle vi compiaceranno, ove io fermissimamente deliberata mi sono, prima di voler perder la vita, che perder l’onore e la fama. E che piacer sarà il vostro, conoscendo voi chiaramente, quando per forza pigliaste di me ciò che mostrate desiderare, che solo il corpo mio avrete in balia, e non l’animo nè la volontà mia, che sempre vi faranno resistenza, anzi odio vi porteranno quel poco tempo ch’io viverò, e di continovo chiameranno vendetta a Dio centra voi? Ma non permetta la divina bontà che voi mi facciate forza. Pensate, sire, pensate che il vostro libidinoso diletto passerà come nebbia al vento, lasciandovi sempre un pentimento ed un mordace verme al cuore dell’oltraggio vituperoso per forza a me fatto, che non cesserà mai di rodervi e tormentarvi. Medesimamente l’abominabile onta che mi farete, e la obbrobriosa ignominia che nella limpidezza della mia onestà porrete, con l’immatura mia morte che ne seguirà, apporteranno eterno biasimo ed infamia perpetua al nome vostro. Nè crediate che solamente la fama di questo misfatto debba serrarsi nei termini dell’Inghilterra ed isole circonvicine; ma passando l’Oceano, per tutta Europa, anzi nell’universo con altissimo grido farà nota la dislealtà e crudeltà d’un sì gran prencipe come voi siete; e nei futuri secoli a quelli che dopo noi verranno, anderà agumentando il vostro disonore, tenendovi disonoratamente vivo in bocca delle genti. Un atomo di tempo questa vostra gioia appena occuperà, ove l’infamia in ogni luogo abitato e in ogni tempo sarà predicata: nò solo sarete biasimato voi, ma i vostri discendenti macchiati ne resteranno. Volete che si dica che io, nata di nobilissimo e generoso sangue, di schiatta antica e senza riprensione alcuna, i cui parenti, avi e bisavi per la corona dell’Inghilterra tante volte hanno sparso il sangue, sia da voi sforzata e fatta bagascia? Non vi rammenta egli quanti voi puniti avete, che d’accordo sono stati adulteri? Ed ora volete voi nell’error cascare, che già sì acerbamente castigaste? Ricordatevi che mio marito è nei servigi vostri morto, che tanto fedele e leale v’era; e certo, così morto com’è, a Dio contra voi chiamerà giustizia. Questo adunque è il guiderdone che voi apparecchiate di dargli: e la ricompensa delle sue fatiche, se vivo fosse, potria aspettare? Ma pervenir alla conchiusione, ora, signor mio, una delle due cose fate: o voi m’osservate ciò che