tanto s’era ne’ suoi pensieri profondato, mille cose por la mente volgendo e rivolgendo, che a nessun’altra cosa poneva mente. Il cameriere tanto innanzi le donne condusse, che elle videro prima il re, che egli sentisse o vedesse loro. Allora il cameriere, rivoltato verso la bella Alix; eccovi, signora mia, disse, il vostro re, che certissimamente ad altro non pensa che a voi; ed ora chi non lo sturbasse, se ne staria così solo e pensoso tre o quattro ore: sì fieramente e nei lacci del vostro amore irretito! La giovane, di onesto sdegno accesa, si sentì per tutte le vene in quel punto correre il sangue più freddo che ghiaccio, ed in quel medesimo tempo tutta infiammarsi; il che le rese il volto più dell’usato bello, colorito e vago. Erano a meno di cinque passi sovra il re giunte, quando il fidato cameriere, fattosi innanzi a quello disse: Sire, ecco che la bella compagnia, e tanto da voi desiderata, viene a farvi riverenza. Il re, quasi da profondo sonno destato, alzò il capo; e conosciuta la contessa, forte si maraviglio della enula sua; e levatosi in piè, le disse: ben venga madama la contessa; e che buone novelle vi conducono a questa ora sì calda? Ella, allora fatta la debita reverenza, con tremante e bassa voce rispose: eccovi, monsignor mio, la vostra tanto desiata Alix, che pentita dalla sua durezza e schivezza, è venuta a farvi la convenevol riverenza, e star una pezza con voi, e tanto più o meno, quanto a voi piacerà. Egli come sentì che Alix con la madre era, e quella, che tra le donzelle sue vergognosa e sdegnosetta se ne stava, vide, restò di tanta gioia pieno, che in se stesso non capiva, nè mai tanto piacer gli pareva aver sentito; onde a quella, che i begli occhi a terra chini teneva, s’avvicinò, dicendole: ben venga la vita e l’anima mia: e quella, malgrado di lei, che ritrosa si mostrò, alla meglio che potè, baciata, la prese per mano. Chi potrebbe già mai dire la grandissima soddisfazione e gioia inestimabile del re, e l’estrema mala contentezza e noia infinita di Alix? Al re parea essere in paradiso, e nuotar in un ampio mar di contentezza: ed alla giovane sembrava esser nell’inferno immersa in quel penace fuoco. Ora veggendo il re che ella, tutta tremante e vergognosa, aveva a sè ritirata la mano, e che d’una sola parola non gli aveva fatto motto, pensò che per la presenza della madre, donzelle e cameriere, ella così ritrosa se ne stesse. Il perchè, presa la contessa per mano, e dettole che le donne facesse seguire, verso le sue stanze ei prese il cammino,, e così per le strade segrete tutti pervennero dentro la camera reale. Era di modo il giardino col palazzo situalo, che per vie segrete poteva il re al fiume discendere ed