Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
pensato che sarà buono a guarirlo de la gelosia. – A questo rispose Ferraguto: – Messere, questa è picciola faccenda che voi mi comandate. Lasciate pur far a me, e non vi dubitate di covelle. Basta che mi dichiate l’ora che volete trovarvi al fatto. – Così statuita l’ora e del tutto a la donna dato avviso, messer lo giudice quel dì passò due fiate dinanzi la casa de la donna e fece a posta certi cenni d’occhi e di porsi la mano al petto, con certo sputar da malizioso; di maniera che Fridiano, che stava a la vedetta e tutti i cenni aveva ben notato, tenne per Fermo che quella notte il giudice devesse venir a trovar Beatrice. E non possendo omai più sopportar tanta seccaggine nè sofferir che così sfacciatamente il giudice accennasse con suoi gesti la moglie, con lei entrò in gran romore a le disse a la presenza de le donne e d’un servidor di casa: – Moglie, moglie tu ne farai tante che io, al corpo di santa Maria da Montenero, ti segherò le vene de la gola. E se questo tuo giudice passerà di notte per la contrada, io gli farò uno scherzo che si ricorderà tutta la vita sua di me. Tu vuoi pur far a l’amor seco e vuoi ch’io abbia il chiazzo a l’uscio; ma io nol comporterò. Se voi sète pisani, io son luchese. Fa che io ti veggia più a finestra nessuna di quelle che rispondeno su la strada: vederai come l’anderà. – La scaltrita donna, che troppo bene conosceva ciò che valeva suo marito e quello che sapeva fare, subito adiratamente gli rispose: – E che diavolo, marito mio, dite voi? che parole son queste che voi così inconsideratamente usate? che cosa in me avete voi vista che vi debbiano entrar questi ghiribizzi in capo? Voi senza colpa vostra e mia fate voi tener uomo malvagio e me trista femina, e non ci è mal nessuno. Io mi credo che voi farnetichiate. Ove avete voi imparato che il giudice di questa città non possa passare di giorno e di notte per ogni contrada ed entrar in qualunque casa egli voglia, volendo far l’ufficio suo? Io ho pur sentito dire a voi proprio che cotesto magistrato del giudice è un ufficio molto temuto e riverito. Guardate come voi parlate. – Vedi, vedi, – disse alora Fridiano montato fuor di modo in còlera, – che questa traditora pisana sarà venuta a Lucca per volermi governare. Che fussi io stato in letto con la quartana quel dì che mi venne voglia di prender moglie pisana, chè tutti tutti, uomini e donne, sète traditori! Che venga il fuoco dal cielo che t’arda, rea femina che tu sei! – A questo, Beatrice che del marito teneva poco conto, per più farlo adirare gli rispose: – A la croce di Dio che avete una gran ragione a dir questo e volervi parangonare a’ pisani! Egli non si sa ciò che è Pisa e ciò che i pisani per mare e per