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novella xxxvii. 127

cuore e con sì fiero accidente, che in lei di nuovo si spense ogni segno di vita; di maniera che bisognò che un’altra fiata se le usassero degli altri argomenti per farla ritornar in sè, il che non stette guari che avvenne. A questi sì pietosi accidenti non potè Alix tanto fare, che a mal suo grado le viscere per la materna pietà tutte non se le commovessero, e quella sua adamantina durezza in parte non divenisse molle, ed il suo duro rigore alquanto non rallentasse. Quell’animo invitto e quella sua si ferma voglia, da tanti altri assalti ed impedimenti indarno combattuta, a così pietoso caso della madre regger non potè; ma, vinta da interna compassione, Alix fece pensiero di levar i suoi fuor di travaglio. Il perchè, essendo già la contessa assai bene in sè rivenuta; e pur piangendo e sospirando, poichè di camera uscirono le serventi, Alix in questo modo alla madre parlò: Rasciugate le lagrime, madre mia, e più non v’affliggete, ma fate buon animo e confortatevi, che io son disposta e presta a far ciò che voi volete. Cessi Iddio che mai si dica, che io sia cagion a’ miei di cotanta pena, quanta voi mostrate di sofferire! Io non vo’ che mio padre e i miei fratelli per me si pongano a rischio di danno alcuno; perciocchè debbo con ogni mio sforzo provar il beneficio loro, e morir io, acciò che essi vivano. Ecco che io son presta d’andar con voi a ritrovare il re, acciò che noi due senza altrui mezzo facciamo i fatti nostri, che meglio di ciascuno gli faremo. Or via, non si perda tempo, nè più si pianga, ma diamo principio ad espedire ciò che è da fare. La madre, questa non aspettata ne sperata risposta udendo, fu di tanta gioia piena, che quasi creder non poteva d’aver le parole udite. E secondo che poco innanzi l’acerbità del dolore l’aveva di se fuori levata, quasi che l’istesso fu per far la soverchia gioia; onde, levate amendue le mani al cielo, di buon cuore ringraziò Iddio, che dato alla figliuola avesse cotal volere, come se Iddio fosse spiratole d’adulterii e fornicazioni. Oh quanto sciocchi sono assai spesso i miseri ed ignoranti mortali, che, dove pianger dovrebbono, ridono; e dove allegrarsi, s’attristano! Così faceva questa buona donna, che divenendo ruffiana della figliuola, si pensava di far un sacrificio a Dio. Abbracciata adunque quella teneramente, e di dolcezza lacrimando, più volte la baciò, e dal collo di lei non sapeva levarsi. Era appunto del mese di giugno, nell’ora che da merigge, per il caldo che fa, molti sogliono dormire. In quel tempo la contessa fece metter una barchetta ad ordine per andar per acqua al giardino del re, del quale già vi dissi, e dove allora egli s’era ridotto per starsi più solingo e senza strepito. Alix in que-