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gioia e deboli e freddi restano; ove quelli che al fido compagno sono manifestati, si fanno di continovo maggiori, e quantunque volte sono rammentati nuova sempre contentezza apportano. E ciò che io parlo de l’uomo, voglio anco credere che a la donna innamorata si convenga, essendo per l’ordinario tutte le donne di temperamento più debole e delicato degli uomini e naturalmente più compassionevoli e pietose e meno atte a sopportar le fiamme amorose se eccessive sono, amando elle, – perdonatemi, voi uomini, – più ferventemente e con più affezione di noi, e non sapendo tanto simulare e dissimulare come molti fanno, a cui par di trionfare quando questa e quella ingannano. Ma tornando a la nostra istoria, conosceva ciascuno per la inusitata vita che il re menava, che egli d’amor ardeva; ma cui amasse non fu chi pensar potesse, perciò che ei, per non lasciarsi intendere, a tutte le dame molto s’inchinava e tutte riveriva secondo che il grado loro meritava. Ma sovra tutte e molto più di tutte la bella Aelips era da lui riverita e adorata. Ella, che d’elevato ingegno ed accortissima era, s’avvide di leggero che il re per aver ben cangiato luogo non aveva mutato pensiero, e che in effetto egli era pur quello che in parole a Salberì s’era scoperto. Nondimeno nulla de l’amor di lui curando e dal casto suo proponimento punto non si smovendo, quando gli accadeva fargli onore e riverenza come a re e suo signore, a quello s’inchinava, mostrando perciò non so che nel viso che al re dava ad intendere che per acquistare e goder l’amor di lei egli indarno s’affaticava. Ma che! il re quanto più ella schifevole si dimostrava tanto più s’accendeva, e con più aperte dimostrazioni ed atti amorosi, sforzavasi farle chiaro ciò che appo lei era chiarissimo. Onde la saggia e leggiadra Aelips poi che vide il male del re farsi maggiore e andar di mal in peggio, per non dargli occasione di far cosa che a lei potesse biasimo recare, non avendo pur un minimo pensieruzzo di compiacergli, deliberò levar via tutte le vie che il re ad amarla potessero indurre. Cominciò adunque di rado uscir di casa e raro a la finestra anco si lasciava vedere, e quando andar fuori le bisognava, si vestiva molto bassamente, e tutte quelle strade e luoghi fuggiva ove le pareva poter esso re incontrare. Egli, non dopo molto di questa cosa avvedutosi e di soverchia amorosa doglia sentendosi morire, fu quasi vicino a usar la forza. Ma perchè chi è veramente innamorato mai non si dispera, anzi con ogni studio va sempre ricercando, come sagace cane l’orme de la fera, così egli quelle de la sua donna, e tanto di lei spia che pur alcun vestigio