ci devreste lodare: ma siete poco saggi, e non vedete se non queste apparenze esteriori; perché noi non abbiamo baciata quella bocca che vi par laida, ma abbiamo col bacio riverita ed onorata la bellissima bocca del beato ingegno di questo divino poeta e facondissimo dicitore, dalla quale tutto il dì escono rubini e perle, e tante gemme preziose della eloquenza della nostra lingua gallicana, assicurandovi che noi ameremmo molto meglio che egli con i suoi dotti e ben limati versi e ne le sue eloquenti prose meschiasse il nostro nome e ci celebrasse che guadagnar una duchea; con ciò sia cosa che noi portiamo ferma credenza che le sue purgate scritture ne leveriano fuor de la oblivione appo quelli che dopo noi verranno, quando morte avesse questo corpo in trita polvere ridutto. E in vero gli scrittori sono quelli che perpetuano la memoria di tutti quelli che negli scritti loro a la memoria hanno consacrati; chè infiniti sono che oggidì sono nominati e vivono ne la memoria nostra perchè i poeti e gli istorici hanno di loro fatta menzione, i quali forse sepolti ne le tenebre de la oblivione sarebbero se la penna degli scrittori stata non fosse. Parendoci dunque convenevole che avendoci talvolta, la sua mercè, maestro Alano ne le sue rime e prose nominata, e tutto il dì le donne de la corte nostra celebrando, che se li devesse fare alcun onore; sapendo che dei beni de la fortuna è da monsignore lo re nostro suocero e signore e da monsignor nostro consorte largamente rimunerato, abbiamo voluto de la maniera che usata abbiamo onorarlo, sapendosi che ancora che sia la costuma di questo reame il basciarsi così domesticamente tra gli uomini e le donne, che nondimeno le nostre pari non si sogliono lasciar basciare se non dai reali o da qualche gran prencipe straniero. Questo adunque segno a noi è paruto assai conveniente testimonio de la vertù e de l’eloquenza di cotanto uomo, la cui vertù meritarebbe esser stata a quegli antichi tempi quando ai dottrinati si rendeva il debito premio ed onore. Del che tutte l’istorie piene ne sono. – Divolgatosi ne la corte quanto madama la delfina aveva detto e fatto, fu ella generalmente da tutti i saggi riputata savia, cortese e di generoso e nobilissimo animo; e maestro Alano ne divenne in molta più riverenza e più riguardevole che prima non era, perciò che per l’avvenire essendo d’ogn’intorno sparsa la fama di così umano atto da la delfina usato, chiunque poi vedeva maestro Alano più de l’usato il riveriva ed onorava.