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con quei modi che gli scrittori insegnano, avanzerà un Anteo e un Ercole. S’è anco ne l’istorie letto e ai nostri giorni veduto un prudente e disciplinato capitano con poco numero di gente aver rotto e messo in fuga numerosissimo e molto forte essercito, perciò che, come si suol dire, l’ingegno di gran lunga avanza le forze. E se noi vorremo raccontar gli illustri e famosi capitani così del nome italico come del peregrino e fuor d’Italia, trovaremo leggendo l’istorie latine e greche che i più famosi e quei di maggior pregio sono stati tutti di buone lettere ornati, il che per esser troppo chiaro non ha di bisogno di prova. Onde io crederei non discostarmi dal vero ogni volta che io dicessi esser tra il soldato dotto e l’ignorante quella diseguaglianza che si dice esser tra l’uomo vivo e l’uomo dipinto o sculto. Arrogi a questo che se non fossero le lettere, noi non saperemmo chi fossero stati i nostri maggiori e de le cose passate non ci saria nel mondo contezza alcuna. E nel vero, oltra gli infiniti piaceri ed utili che i buoni soldati tranno de le lettere, egli è pur grandissima sodisfazion d’animo quando l’uomo s’abbatte ove si parli di condur un essercito contra nemici, accamparlo in luogo atto sì per il vivere dei soldati come dei cavalli, levar le vettovaglie a l’oste contraria, levarle l’acque, assediare, passar monti, batter una fortezza e far simil altre spedizioni, è, dico, gran contentezza a saper non solamente dire «Facciamo così», ma di più render quelle ragioni perchè ciò si de’ fare che convincono gli animi degli ascoltanti. Il che tutto ’l dì avviene ove gli esserciti sono congregati. Onde molto meglio saperà il dotto divisare ciò che si maneggia, e render le cagioni perchè di tal modo si de’ operare e non altrimenti, che non saperà l’ignorante. E questa è la vera e perfetta scala di salire a la sommità de la fama ed acquistare quei fregi d’onore che ci dànno eterno nome. Nè solamente ne l’arte de la milizia sono le lettere necessarie ed ornamento di tal mestieri, ma elle tutte l’altre arti di qual sorte si siano adornano, reggono, poliscono e fanno più perfette e riguardevoli. Pertanto deverebbero i padri che bramano nodrir i figliuoli con speranza che riescano in qual si voglia mestiero eccellenti, prima far loro apparar le buone lettere e poi lasciargli andar ad essercitarsi in quello che loro più aggrada, perciò che quel fanciullo sempre riuscirà in quell’arte molto meglio a la quale è da la sua natura disposto, che non farà se contra il suo natural instinto è astretto a pigliarne una e seguitarla che non gli piaccia. Ma diamoci pur sempre a credere che le lettere siano proprio ornamento d’ogni arte e d’ogni età ed anco si può dire d’ogni sesso.