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pareva questa cosa ovunque fosse saputa cedergli a grand’onore. E certamente senza fine è da commendar l’umanità di tanto eccellente e nobil donna, la quale essendo di così alto legnaggio e moglie d’un sì gran prencipe di stirpe imperiale, non solamente non si sdegnò da uomo di bassa condizione e fuoruscito di casa sua esser amata, ma volle anco con ogni cura e diligenza spiare e con effetto chiarirsi se ella era quella che il giovine italiano amasse, come in parte s’è visto, non per altro, credo io, se non per potere circa questo magnificamente operare ciò che paruto le fosse convenevole a la grandezza di lei e al fervente amore del giovine innamorato, come poi fece. Ma quante ce ne sono oggidì, non dico reine o prencipesse, ma semplici e private gentildonne, che levatole un poco d’apparenza di bellezza sono senza costumi e vertù, le quali accorgendosi de l’amore di qualche gentiluomo che non sia a lor talento dei beni de la fortuna dotato, quello scherniscono e beffano? Quante medesimamente ce ne vivono da cotal alterezza inebriate, le quali si riputerebbero che grandissima ingiuria fosse loro fatta se altri che ricchissimo e gran gentiluomo si mettesse ad amarle? E nel vero una gran parte de le donne, (di quelle parlo che sono d’animo basso e vile e non curano nè fama nè onore, ma solo l’utile e il diletto), a tale vive che non guarda se gli amanti sono discreti, costumati, vertuosi e gentili, ma attende solamente se la borsa è piena e più prezza un poco di bellezza che come un còlto fiore in breve tempo si guasta, che non fa il valore e generosità de l’animo e l’altre mille belle parti che saranno in uno gentiluomo, le quali di giorno in giorno più s’abbelliscono e diventano di maggior perfezione. Altre poi sono che perdute dietro a qualche giovine che paia lor bello, ancor che sia senza vertù o costumi, amano solamente un pezzo di carne con dui occhi in capo. Nè crediate per questo che per l’ordinario gli uomini siano più saggi in questo de le donne. Ben deverebbero essere, per aver più di senno il sesso nostro che il feminile; ma per dire il vero, tutti siamo macchiati d’una pece mercè del guasto mondo. Indi avviene che ai nostri dì veggiamo pochi amori che abbiano lunga durata, perciò che come manca l’origine de l’amore, medesimamente manca l’amore; come cessano i doni, come quel poco fiore de la beltà si secca, più non v’è nè conoscenza nè amore. Onde avviene bene spesso, quando gli amori non sono fondati se non sovra il godimento di queste bellezze caduche e di poca stima, che come nebbia al vento si fanno; avviene, dico, che non solo quel poco ardore che v’era s’intepidisce, ma in tutto s’aggela, e sovente