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Maria che d’ogni cosa era consapevole, aver in grandissima parte spiato l’animo del giovine, e quasi per fermo tenesse sè esser quella che il giovine lombardo tenesse per sua suprema donna. Del che punto non si sdegnò, anzi assai ne l’animo suo lo commendò e tennelo per molto da più che prima non lo teneva, e come discreta e valorosa gli diede infinite lodi. Ella non fece già ciò che molte far sogliono, le quali come si veggiono esser di legnaggio più nobile o pur uguale di quel de l’amante che il cielo loro averà dato, quello non degnano, anzi di lui e de la sua fedel servitù si beffano, e sovente con finti visi e parole tutte simulate il levano in alto, e poi tutto ad un tratto le loro finte maniere cangiando, lo lasciano da la cima e colmo d’ogni speranza nel basso abisso d’ogni disperazione senza alcun ritegno cadere, di modo che colei che più ne schernisse più si tiene scaltrita. Ma quanto meglio e più lodevole impresa sarebbe che non avendo la donna a caro l’amore e la servitù d’un uomo, liberamente gli dicesse: – Amico, tu non fai per me, – che pascerlo di vane speranze, tenendolo un tempo a bada, dandogli parole e sguardi e poi sì miseramente, come spesso si fa, da sè cacciarlo? Io per me, ancora che ferventissimamente amassi una donna e che mi fosse d’estrema doglia cagione il vedermi cacciare e non esser da quella amato, mi saria nondimeno men grave l’essermi apertamente detto che io altrove mi procacciassi una padrona, che mostrar d’aver a grado la mia servitù e pascermi qualche tempo di vane speranze, e poi trovarmi beffato e schernito. Chè in vero in simil caso io non sarei forse men rigido e severo contra chi di questa maniera mi trattasse di quello che si fosse lo scolar da Parigi tornato in Firenze a la male aventurata madonna Elena. Ma torniamo al nostro messer Filippo. Il quale ancora che niente potesse imaginarsi de l’animo de la reina Anna nè a che fine ella gli avesse tal domanda fatta, pure questo atto gli fu troppo caro ed accetto, e ogni volta che ci pensava, sentiva grandissimo piacere e n’aveva una certa contentezza che lo faceva star più allegro del solito. Da l’altra parte madama la reina che discretissima e la cortesia stessa era, quando ne la chiesa o altrove messer Filippo se le inchinava e rendeva il debito onore de la riverenza, ella molto umanamente lo raccoglieva, e col capo alquanto chino, – cosa che solo a gran baroni e signori era usa di fare, – mostrava aver caro il riverire ed onorare che egli le faceva. Del che egli ne prendeva estrema contentezza, nè più oltre osando di sperare, di continovo a le bellezze e onesti modi che in lei vedeva